Il 16 marzo 1984 veniva a mancare a Napoli alla clinica Mediterranea dove era ricoverato per un intervento chirurgico, Enrico Quaranta, storico esponente valdianese del Partito Socialista Italiano. La sua figura, dal punto di vista politico può essere considerata storicamente la più importante di questo territorio: deputato in quattro legislature (IV,V,VI,VII), senatore in due (VIII e IX), ma soprattutto sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri nel primo Governo di Bettino Craxi, carica che ricoprì fino al giorno della sua morte.
Quaranta nacque a San Pietro al Tanagro il 2 gennaio 1928, mentre politicamente compie i primi passi nel PSU, partito nato dalla fusione tra PSI e PSDI, con il quale viene eletto per la prima volta nella corrente di Angrisani in Parlamento, dove entrò nel maggio 1963. Quando venne rifondato il PSI, l’esponente valdianese entrò nel partito del garofano aderendo alla corrente autonomista e nenniana di Giacomo Mancini. Sono gli anni del Vallo di Diano rappresentativo di un vero e proprio laboratorio socialista, quasi un modello a livello nazionale per il partito.
Quaranta era diventato estremamente influente: sindaci, comunità montana, banche, consorzi, tutti erano dalla sua parte. Ai tempi del suo primo ingresso in Parlamento presentò già 12 proposte di legge, che divenirono 58 nell’1984 ultima legislatura prima di morire. Quaranta riuscì a far crescere anche accanto a se una classe dirigente: storici esponenti quarantiani erano Gerardo Ritorto e Vincenzo Giordano, il quale divenne sindaco di Salerno dal 1987 al 1993, prima dell’avvento di Vincenzo De Luca. Personaggio schietto e diretto, nel 1982 è da ricordare una battaglia con il magistrato Santacroce che lo tirò erroneamente in ballo riguardo l’uccisione del boss Rosanova: Quaranta tappezzò tutta Salerno e Provincia di manifesti per denunciare il torto subito. Ai suoi funerali, nella sua San Pietro al Tanagro, arrivò da Roma anche il segretario e Presidente del Consiglio Bettino Craxi. La stagione di Quaranta venne seguita dall’epopea contiana che però durò molto meno in provincia per il PSI, seppur portò il partito al 33% di consensi alle elezioni amministrative del 1990.