Una donna di 81 anni è morta al pronto soccorso di Nola: il tampone effettuato dopo il decesso avrebbe accertato che era affetta da Coronavirus e al presidio d’urgenza dell’osepdale Santa Maria della Pietà hanno sospeso l’attività per sanificare i reparti. «Ma nessun medico è stato messo in quarantena», fanno sapere dalla direzione generale dell’Asl Napoli 3 Sud. E’ la terza vittima in Campania, dopo il 47enne di Mondragone, anche lui con patologie pregresse ed una 81enne del casertano ricoverata in una struttura privata.
La situazione appare sempre più complicata. I presidi ospedalieri sono al collasso per la mole di lavoro. La struttura principale del territorio, il Cotugno di Napoli, inizia ad arrancare, con sempre meno posti letti, personale sanitario sotto stress ed esausto da giorni di lavoro ininterrotto. Si pensa all’utilizzo di una ulteriore struttura ospedaliera nel mentre si valutano misure da adottare nelle varie province.
Intanto la Uil Fpl provinciale lancia la denuncia sull’emergenza gestita in alcune strutture ospedaliere dell’Asl Salerno. “Si sta facendo tutto “al buio”, cioè applicando parzialmente, o non applicando affatto i protocolli ufficiali”, ha detto il segretario generale del sindacato salernitano di categoria, Donato Salvato. “Emblematico per tutti è quanto accaduto, tra il 5 ed il 6 marzo scorsi, all’ospedale di Eboli, laddove, per come pubblicamente dichiarato, vi è stato un assoluto scostamento dalle procedure previste, tant’è che qualche vertice locale ha dimostrato, con le sue dichiarazioni, di non conoscere la differenza tra “isolare” un malato e posizionarlo in una “stanza singola”.
Per quanto appreso dalle comunicazioni ufficiali della direzione sanitaria di quella struttura, corre l’obbligo a questo punto, a tutela della collettività e dei lavoratori, chiedere un intervento al manager dell’Asl salernitana di dotare tutto il personale, con obbligo in capo alle direzioni ospedaliere e distrettuali, dei presidi di protezione individuale, iniziando dalle mascherine facciali in quantità e qualità adeguate, di fornire a tutti gli operatori, con obbligo in capo alle direzioni ospedaliere e distrettuali, corrette informazioni anche operative, considerata la riferita mancanza di esse, di verificare se, nel caso di Eboli, sono stati rispettati i provvedimenti precauzionali nella loro successione temporale o, invece, se il tutto è stato causato da assoluta inadeguatezza professionale e superficialità. Dove mai dovessero essere confermate situazioni precarie, inoltre, chiediamo di attivare tutte le più opportune azioni a carico di chi dovesse risultare inadeguato al ruolo ricoperto. Ritengo, infine, che la componente sindacale nella sua interezza debba essere da subito attivamente coinvolta, anche al fine di veicolare congiuntamente comportamenti adeguati e virtuosi”.