L’ospedale di Agropoli diventi un piccolo “Spallanzani” per affrontare l’emergenza coronavirus. E’ quanto chiede il sindaco Nursind che evidenzia una serie di criticità per la sanità sul territorio.
“Pur avendo condiviso ed apprezzato gli sforzi immani posti in essere dall’ASL Salerno e dall’AOU Ruggi, dobbiamo convenire che molte falle nel sistema di gestione siano oramai note e assolutamente foriere di rischio clinico elevato per cittadini ed operatori”, spiega il segretario Nursind Salerno, Biagio Tomasco.
“Non aver previsto un coordinamento unico a cui tutte le direzioni di presidio ospedaliero dovessero conformarsi, ha generato una miriade di percorsi poco idonei al trattamento dei pazienti potenzialmente affetti da COVID 19 – prosegue – Di più, il libero accesso ai pronto soccorso ospedalieri della provincia di Salerno ha generato un ulteriore fenomeno di non secondaria importanza a causa della psicosi indotta, ovvero il quasi totale azzeramento degli accessi con la conseguenza che chi potenzialmente abbia maturato i sintomi del COVID 2019 non venga in un certo qual modo censito e quindi avviato alle cure del caso. Altro aspetto sostanziale che non si è tenuto in debita considerazione, è quello dell’accesso alle specialistiche ambulatoriali sui distretti sanitari del territorio provinciale, che risultano privi di tutti i DPI necessari alla protezione degli operatori che si vedono abbandonati a se stessi ricorrendo a forme alternative di salvaguardia che, seppur non condivise, non appaiono minimamente censurabili. Rimaniamo quindi convinti che l’aver disperso in tanti rivoli l’organizzazione e la gestione dei casi sospetti, non solo sia controproducente atteso che gli stessi si presentino con una regolarità formidabile, ma in ultima analisi aumentino in maniera esponenziale il rischio di contagio nelle zone ospedaliere in cui, a causa della penuria di DPI, i soggetti più a rischio sono gli operatori sanitari e quindi i degenti loro affidati, creando un corto circuito dalle dimensioni enormi se si considera che a fine turno, inevitabilmente, gli stessi operatori facciano rientro a casa ed al loro vivere sociale”.
Di qui la proposta: “la trasformazione dell’ospedale civile di Agropoli in una sorta di piccolo Spallanzani che accolga tutti i cittadini della provincia di Salerno con patologie respiratorie, eventualmente instradati dalla COT 118 dell’ASL Salerno, in modo da limitare al massimo il proliferarsi di piccoli focolai zonali e quindi di potenziali rischi per la popolazione residente e sanitaria”.