“Si avvisa la gentile clientela per la situazione attuale, abbiamo deciso di sospendere l’attività dal giorno 27 febbraio al 15 marzo. Si ringrazia in anticipo per la comprensione”. È questo uno dei messaggi che dallo scorso weekend si leggono dinanzi alle attività cinesi, da Capaccio Paestum a Sapri. Un messaggio che arriva in seguito ad altre numerose chiusure di attività in tutta la Campania. Il motivo è sempre lo stesso: il coronavirus. I negozi cinesi ne hanno risentito non poco, tant’è che le presenze sono state inversamente proporzionali al diffondersi della paura.
Di fatto, però, anche la decisione di abbassare le serrande ha cominciato a creare panico in alcune località, con dei cittadini che si sono interrogati sui reali motivi della chiusura. Non è mancato chi ha sospettato che i negozianti cinesi fossero contagiati a loro volta. In realtà su alcuni cartelli, come quello affisso davanti un negozio di Agropoli, si precisa come l’emergenza sanitaria mondiale, “stia gravando economicamente su tutti gli operatori commerciali, in particolare imprenditori cinesi”.
Diverse le attività che hanno affisso gli avvisi di chiusura, soprattutto i grandi centri commerciali. I messaggi sono simili tra loro, cambia la data di riapertura: ad esempio ad Agropoli le serrande resteranno abbassate fino al 12 Marzo, fino al 15 a Villammare.
Dalla comunità cinese precisano che la decisione, oltre a motivi prettamente economici, punta a lanciare anche un messaggio: “Non bisogna farsi prendere dal panico e dall’isteria ma occorrono buon senso e prevenzione, così si contrasta questa emergenza sanitaria e si evita il panico e la psicosi”.