Montano, migliorano le condizioni della 26enne colpita da coronavirus

I colleghi di lavoro la difendono: non è stata irresponsabile

Di Carmela Santi

È ancora febbricitante, ma le sue condizioni di salute non sono gravi. Pian piano la ragazza di 26 anni di Abatemarco, nel Cilento, si sta riprendendo. Resta ricoverata al Cotugno di Napoli dove è arrivata mercoledì sera dall’ospedale San Luca di Vallo. Per lei sono giorni di grande sofferenza. A farle male però non i sintomi del coronaviris ma la gogna mediatica che si è alzata sul suo caso è che continua a descriverla quale “persona irresponsabile che nel pieno dell’emergenza coronavirus è arrivata da Cremona nel Cilento mettendo a rischio la salute degli altri”. Nulla di più falso.

A difenderla sono i colleghi di lavoro dell’ospedale di Cremona dove la ragazza cilentana lavora come tecnico di laboratorio. Antonio Perrone, Stefania Lambiase, Giusy Esposito , Federica Lisei conoscono bene la 26enne. Da Cremona stanno seguendo il caso cilentano. Leggono sui social i tanti commenti. Sono amareggiati perché la persona descritta non è quella con cui quotidianamente condividono ore di lavoro. “La nostra collega – tiene a ribadire Antonio – è una ragazza attenta, sensibile e scrupolosa non avrebbe mai messo a rischio la vita di altre persone. L’ho sentita più volte in questi giorni. È giù di morale, non riesce a leggere le notizie che parlano del suo caso. La persona descritta – ci dice – non sono io. È lontana dalla realtà”.

A Cremona sono arrivate forti anche le parole del Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca che più volte negli ultimi giorni ha parlato in conferenza stampa del caso coronavirus nel Cilento “evitabile con più senso di responsabilità”. Per il Presidente “La signora di nazionalità ucraina che è venuta nel Cilento, partendo dall’ospedale di Cremona che ha parecchie decine di pazienti contagiati, è un tecnico di laboratorio, una persona consapevole del problema. Era proprio necessario fare questo spostamento?”. Ebbene a tal proposito i colleghi di lavoro tengono a precisare: “La nostra amica ha lavorato fino al 14 febbraio poi è partita per tornare a casa. Doveva restare ad Abatemarco una quindicina di giorni. L’abbiamo vista fino all’ultimo giorno. Stava bene, non aveva nessun sintomo ma sopratutto è partita quando non c’era ancora alcun allarme Cornoavirus in Italia” .

Il caso di Codogno è scoppiato il 21 febbraio quando la 26enne era già a casa e solo dopo una settima dal suo arrivo ad Abatemarco ha iniziato ad avere i sintomi della febbre. “Ci ha telefonato – ribadisce il collega Antonio – ci ha chiesto come stavamo, aveva la febbre e ha iniziato a preoccuparsi che poteva trattarsi di Coronavirs. Quando si è recata al Pronto Soccorso di Vallo della Lucania è arrivata con la mascherina per evitare di contagiare altre persone. È stata scrupolosa proprio perché lavora in un ambiente sanitario, non è una irresponsabile”.

Tutti i colleghi di lavoro dell’ospedale di Cremona sono risultati negativi al tampone. Sono asintomatici e stanno bene. “La nostra collega – ribadisce Stefania Lambiase si è trovata suo malgrado in una situazione difficile. Non è una irresponsabile. Poteva capitare a chiunque. Le sta facendo più male leggere messaggi ingiuriosi nei suoi confronti che il coronavirus. Non è giusto”. Anche da Montano Antilia si è alzato un cordone di solidarietà per la 26enne. Il sindaco Luciano Trivelli e molto cittadini hanno voluto precisare “la ragazza di è arrivata da Cremona non il 25 febbraio come erroneamente annunciato, ma il 15, quando ancora non si era diffuso il Coronavirus in Italia. Invero, il primo caso è stato scoperto il 21 febbraio. Inoltre la ragazza non manifestava alcun sintomo prima di arrivare ad Abatemarco. Chiariamo alcuni punti essenziali, che forse nel marasma generale, possono sfuggire”.

Intanto una buona notizia arriva da Camerota dove il sindaco Mario Scarpitta ha revocato la quarantena per il giovane di 20 anni tornato da Codogno risultato negativo al test.

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