Coronavirus, immotivata paura per i fuorisede rientrati in Cilento

C'è il decreto che blocca i rientri dalle zone focolai. Chi è già arrivato in Cilento non è a rischio

Di Redazione Infocilento

Le notizie che stanno aggiungendo nelle ultime ore dal nord Italia stanno ingenerando anche nel comprensorio del Cilento ansie e preoccupazioni. Si teme una diffusione del coronavirus anche sul nostro territorio. Tanti, Infatti, sono i cilentani che per studio o lavoro si trovano nelle province dove si sono registrati casi di contagio. Nella giornata di ieri, nel basso Cilento, alcuni cittadini hanno mostrato preoccupazione per due insegnanti provenienti dal Lodigiano rientrate da circa una settimana. Entrambe non arrivano da comuni dove sono stati segnalati casi di coronavirus, ma le ultime notizie hanno comunque ingenerato immotivati timori.

A scopo puramente precauzionale una di queste insegnanti ha contattato le autorità al fine di comprendere come comportarsi. Non sono state previste particolari precauzioni poichè la località di provenienza delle donne non è tra i focolai del virus.

Nessun problema neanche per coloro provenienti da Lombardia Veneto che sono rientrati tra venerdì e sabato negli altri centri del Cilento. Si tratta perlopiù di dipendenti pubblici e studenti provenienti da comuni dove non si sono registrati episodi. L’unico caso di una campana rientrato dalle zone ove si è verificato il contagio è in provincia di Avellino e la sua famiglia è stata messa in quarantena.

Da ieri, intanto, è scattato il divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree ‘focolaio’ del virus, che saranno presidiate dalle forze di polizia e, in caso di necessità, anche dai militari, con sanzioni penali per chi viola le prescrizioni. Stop alle gite scolastiche in Italia e all’estero, sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche – a partire da tutte quelle previste per oggi in Lombardia e Veneto, compresa la serie A – quarantena con “sorveglianza attiva” per tutti coloro che sono stati in contatto con casi confermati del virus. E ancora, chiusura di scuole, negozi e musei, stop a concorsi, attività lavorative private e degli uffici pubblici, fatti salvi i servizi essenziali, limitazione per la circolazione di merci e persone. Il Consiglio dei ministri, al termine di una riunione fiume nella sede della Protezione Civile, ha approvato un decreto con misure durissime per tentare di arginare il diffondersi del coronavirus dopo l’esplosione dei focolai in Lombardia e Veneto e il primo caso registrato in Piemonte. che ha portato il totale dei numeri a 76.


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