Il Gruppo Operativo (GO) “Terra Viva” ha presentato nella Focus 3A della Misura 16.1 az.2 del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Regione Campania 2014/2020, il Progetto Operativo di Innovazione (POI)denominato “Sapori e Saperi Bio” (Sa.Sa.Bì). L’investimento del progetto di € 418.000, è finanziato al 100% fondo perduto dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). L’obiettivo principale perseguito dalla Misura16.1 az. 2 del PSR è il trasferimento dell’innovazione. Oltre il capofila, l’Organizzazione di Produttori “Solco Maggiore”, i cinque partners del progetto sono rispettivamente:
– il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno (DIIN) rappresentato dalla prof.ssa Donatella Albanese,
– l’azienda agricola GB Agricola srl di Montoro (AV),
– l’azienda agricola Albunia Farm di Roberto Albunia di Eboli (SA),
– l’azienda agricola “I Sapori del Vesuvio” srl di Somma Vesuviana (NA),
– Pin Service srl società di consulenza nell’ambito delle certificazioni di qualità.
Alla professoressa Marisa Di Matteo, insigne ricercatrice in tecnologia degli alimenti di livello internazionale, è stata affidata la direzione scientifica del progetto. La BCC di Aquara sempre più vicina alla filiera agro industriale, accompagnerà con la fornitura dei propri servizi la realizzazione del progetto. La sua importante presenza, unitamente all’Università degli Studi di Salerno, rappresenta il compendio di una sinergia concreta volta ad esaltare e promuovere, non solo in Italia, le eccellenze produttive agricole di tutto il territorio regionale. Sa.Sa.Bì. è rientrato nella graduatoria regionale dei 21 progetti ammessi e finanziati.
Il progetto coglie appieno l’opportunità di promuovere nuovi prodotti, in linea con la ridefinizione del termine consumo ed il nuovo modo di fare agricoltura. Lo scenario territoriale quale si è sviluppata la proposta progettuale, esprime un articolato sistema produttivo di grande valore qualitativo. In particolare la “Piana del Sele” (SA) rappresenta un bacino produttivo specifico, ad elevata fertilità e favorevoli condizioni pedo-climatiche, con una efficiente rete stradale e di servizi di settore ed una notevole presenza di Organizzazioni di Produttori dedite prioritariamente all’aggregazione dell’offerta nonché alla commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli. L’elaborazione del progetto è partita dall’analisi del principale fattore generativo dei problemi che bloccano il comparto dell’ortofrutta, così come dettagliato da numerosi rilevamenti ISTAT/ISMEA (fatto salvo i prodotti di qualità BIO, DOP, IGP e baby leaf), rappresentato dal “limitato livello di competitività”. Inoltre, è stato riscontrato che la scarsa competitività impatta negativamente su alcune importanti attività della filiera tra cui: l’individuazione di cultivar più adatte al nuovo clima; gli investimenti di ammodernamento delle dotazioni produttive; i servizi legati all’offerta; la propensione ad innovare i canali di vendita. Dal momento che tale limite coinvolge una complessa gamma di ortofrutta con numerose variabili produttive e di gestione, l’indagine è proseguita verso quei fattori caratterizzanti l’offerta, ben attenta a non scivolare verso concezioni monografiche di prodotto, ostacolo per le positive ricadute in una logica di offerta plurima.
Tali elementi sono stati individuati rispettivamente nel:
1. valore aggiunto (plus sul bene primario);
2. riconoscibilità (identità del prodotto);
3. relazionalità (fiducia nell’offerta).
In sintesi, gli obiettivi e le attività del progetto consistono nell’utilizzo dell’esubero (non scarto) di ortaggi freschi certificati, trasformato in confetture, succhi, conserve, essiccati con sistemi idonei a preservarne sia il controllato valore nutrizionale e nutraceutico (= antiossidanti, antinfiammatori, antitumorali) sia una importante shelf life per alcuni prodotti , ottenuta esclusivamente con metodi naturali. Mentre con le tecnologie “Internet of Things” per il tracciamento e lo storytelling dei prodotti,si evidenzierà lo stato del prodotto in campo e la qualità del contesto paesaggistico.
Tale pianificazione, stricto sensu, risponde anche all’esigenza di innovare le tipologie di vendita, istruire il fruitore al valore della qualità globale anche in chiave della più generale “prevenzione” con prodotti funzionali, nonché tutelare posti di lavoro inclusivi e strategici per l’economia agricola locale. Pertanto, il progetto intende: far crescere la competitività dei prodotti agricoli attraverso una innovativa attività di preparazione di beni funzionali, ritenuta strategica per l’implementazione delle vendite ad elevata marginalità. Tuttavia, in questo luogo progettuale, la OP Solco Maggiore in qualità di soggetto capofila ha fortemente impresso il proprio valore identitario attraverso l’esaltazione della autentica bellezza del paesaggio produttivo campano e la scelta del metodo produttivo, ha deciso di svolgere in pienezza la sua funzione sociale e relazionale con i mondi ad essa connessi (imprese, consumatori, ricercatori, professioni, mercati,ecc.), ha orientato il proprio impegno verso la costruzione di una nuova “etica”, non solo produttiva.