Le sardine di Agropoli al centro di un’aspra polemica che ha suscitato scontri e dibattiti in tutto lo Stivale. A finire nel vortice delle critiche non è il pesce azzurro di cui il mare cilentano è ricco, bensì le sardine in ceramica realizzate dal maestro Augusto Pandolfi. In un momento in cui questo nome richiama anche ad un movimento politico in forte ascesa, le sue opere d’arte sono finite al centro di una serie di equivoci come nella più classica commedia all’italiana.
Tutto ha avuto inizio la scorsa settimana quando l’artista, dopo una lunga fase di studio, ha deciso di riprodurre sulla ceramica degli esemplari di sardine. Una creazione che nulla aveva a che fare con gruppi o ideologie politiche ma che avrebbe dovuto omaggiare il Portogallo, di cui questo pesce è uno dei simboli. Quando le sardine erano pronte a sbarcare nella penisola iberica ecco l’idea di portarle a Bologna, dove il movimento omonimo aveva organizzato una grande manifestazione alla quale erano presenti anche numerosi artisti. Ecco allora che Pandolfi e alcuni suoi familiari sono partiti alla volta di Bologna, con sardine a seguito, e, ottenuta l’autorizzazione delle autorità comunali, hanno cominciato a vendere sardine ai manifestanti. Con gli organizzatori l’accordo di devolvere al movimento parte del ricavato, destinando il residuo all’associazione Flos Carmeli, presieduta da Pandolfi.
Nel mondo digitale, però, le notizie corrono veloci ed anche le fake news. Ecco allora che in pochi attimi si è diffusa la voce che l’artista agropolese stesse spacciando le Sardine per un gadget utile a raccogliere fondi per il gruppo agropolese del movimento. Ipotesi subito smentita dal Cilento ed è bastato questo affinché l’artista fosse etichettato come truffatore.
Un vero e proprio guazzabuglio che soltanto in seguito ad una serie di pazienti chiarimenti, tra telefonate e chat infuocate con i rappresentanti agropolesi delle sardine si è risolto. Tramite Facebook il gruppo ha corretto il tiro e in poche ore le sardine da simbolo della truffa sono tornate ad essere ciò per cui erano state concepite: un’opera d’arte da apprezzare e contemplare. Giovedì, poi, tra Pandolfi e gli attivisti agropolesi si è tenuto anche un incontro de visu per chiarire la vicenda e mettervi definitamente la parola fine.