Un altro confronto da ”Davide contro Golia”. Un’altra partita per seminare un carattere prima di raccogliere un destino, come illustrava lo scrittore Romano Battaglia. Una scelta, questa, obbligata per l’Agropoli, sempre più una squadra smarrita, seppur volenterosa, in questa stagione in cui è successo già troppo e che ha messo a dura prova la pazienza dei tifosi, soprattutto di quelli veri e non di quelli le quali opinioni non offrono nessun’alternativa se non quella di tirare i remi in barca e piangersi addosso, una situazione che rappresenterebbe, tra l’altro, un’ulteriore umiliazione e che farebbe ridere tutta l’Italia. Bisogna invece almeno coltivare l’illusione di lottare, anche e soprattutto per la dignità, prima ancora che per il risultato sportivo.
Tra l’altro tutto questo va fatto con la massima serietà. Quella che ha da sempre avuto in mente Procopio in questo mare procelloso chiamato Agropoli. Le ultime tre partite, torno personalmente a ribadirlo dopo averlo fatto in altre sedi, in una situazione di classifica di estremo disagio, hanno visto piccolissimi, ma insufficienti, passi in avanti. Quanto meno mancano due punti che avrebbero proiettato l’Agropoli a 14 punti anzichè a 12, che non avrebbero smosso più di tanto la classifica, ma in grado di regalare più chance ai delfini, almeno dal punto di vista matematico, dato che il calcio è un gioco di numeri. Aldilà dei discorsi e del dispiacere, assolutamente comprensibile della piazza, domenica 12 gennaio arriva una squadra che per blasone, nonchè per storia, nulla ha a che fare con questa categoria, anche se, come sappiamo, i punti e i campionati non si vincono solo con il nome. Parliamo dei satanelli del Foggia di Ninni Corda, i quali probabilmente, verranno nel Cilento, si perdoni il gioco di parole, indiavolati, dopo aver gettato al vento la vittoria di domenica scorsa allo ”Zaccheria” contro il Fasano incassando due contropiede da manuale della squadra di Laterza, grazie a quel grande attaccante che è Diaz, uno capace di inventarsi il gol del pareggio proprio al ”Guariglia” colpendo la palla con la punta del piede, l’unico modo per beffare il portiere delfino in quella circostanza. Solitamente un 3-5-2 quello schierato dai pugliesi allenato dal tecnico originario di Nuoro. Fumagalli tra i pali è una garanzia, per esperienza e leadership.
Cipolletta, ex Gelbison e soprattutto capitan Gentile, quest’ultimo con il vizietto del gol, soprattutto cecchino quasi infallibile dal dischetto, guidano la retroguardia. A centrocampo occhio sull’out di destra all’under Salines che fece ammattire letteralmente l’Agropoli nella gara d’andata, ma rilevanti sono anche le qualità tecniche di Cittadino, rimbrottato da Corda nella conferenza stampa post Fasano, e dell’ex avellinese Gerbaudo. Un Foggia che domenica al ”Guariglia” sarà rimaneggiato in attacco: non ci saranno nè Tedesco (quattro giornate di squalifica per lui a seguito di una manata a un avversario domenica scorsa) e Tortori, entrambi appiedati dal giudice sportivo. Peso dell’attacco che dovrebbe essere sostenuto principalmente da Russo, con l’under Gibilterra pronto ad affiancarlo. L’Agropoli, che in settimana ha tesserato dalla Juve Stabia l’under Dal Negro, ed il terzino sinistro Ziroli dalla Cavese, dovrebbe riproporre un accorto 4-4-2. Davanti a Sanchez, la difesa potrebbe essere identica a quella di Sorrento con Guida a sinistra, Bonfini e Sgambati al centro, con Matrone a destra. Numerato ed Acunzo, quest’ultimo autore di una perla su punizione domenica scorsa, dovrebbero comporre il pacchetto in mediana con Pagano e Proto ai lati. In attacco si attendono i gol del centravanti Cappiello, accanto all’ex Gelbison potrebbe partire dall’inizio Solazzo, ma anche Carrafiello scalpita per un posto da titolare. Fischio d’inizio del match previsto domenica 12 gennaio alle 14,30. Arbitra il signor Cutrufo di Messina, gli assistenti saranno Bianchini di Frosinone e De Nardi di Conegliano.