CASAL VELINO. Lo scorso novembre i Carabinieri del N.O.E. di Salerno hanno denunciato in stato di libertà 10 persone in qualità di legali rappresentanti e responsabili tecnici di società di recupero, intermediazione, trasporto e smaltimento di rifiuti operanti in Campania, Lazio e Toscana.
Secondo le accuse vi sarebbe stata una gestione illecita di circa 350 tonnellate di rifiuti urbani costituiti da posidonia oceanica prodotti nel territorio del Comune di Casal Velino.
Per la Procura di Vallo della Lucania, l’esecuzione del pubblico servizio avente ad oggetto il “trasporto e lo smaltimento presso idoneo impianto di posidonia oceanica”, affidato dalla locale amministrazione comunale a società cooperativa operante a Eboli, l’impresa, avvalendosi dell’intermediazione di altra società di Angri, effettuava operazioni abusive di recupero ed in assenza della autorizzazione. Oltretutto, avvalendosi di una società di trasporto di rifiuti operante in provincia di Frosinone e munita di titolo non idoneo, conferiva illecitamente i detti rifiuti urbani presso due impianti di compostaggio situati nelle province di Siena e Arezzo, anche essi ritenuti non idonei.
Immediato il ricorso presentato dalla ditta laziale. Il tribunale del Riesame ha ora riconosciuto la legittimità di quanto avvenuto. Nessuna irregolarità nel recupero della Posidonia spiaggiata e nel trasferimento in centrali per la produzione di compost: tutto effettuato come previsto dal decreto Zaia. Ma non solo: escluse anche possibili irregolarità nelle modalità di affidamento ed esecuzione del servizio e l’ipotesi secondo cui una delle ditte coinvolte nel procedimento giudiziario non fosse autorizzata al recupero della posidonia: questa, infatti, non aveva mai compiuto tale attività. Il comune di Casal Velino si era affidato ad un’altra impresa. Per questo il riesame ha disposto il dissequestro dei mezzi.