AGROPOLI. Sono costate care a Sergio Vessicchio le accuse sessiste rivolte al guardalinee Annalisa Moccia, durante la gara Agropoli – Sant’Agnello dello scorso campionato. Con una nota, infatti, il Consiglio di disciplina territoriale dell’ordine dei giornalisti, ha reso noto che «dopo approfondita istruttoria, come previsto dalla Legge, ha provveduto a radiare dall’Albo il giornalista». «In precedenza lo stesso Vessicchio era già stato sospeso dall’Albo. La decisione è stata notificata anche al Procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli. La radiazione è stata delibera ai sensi dell’art. 55 della legge , 69 del 1963 e successive modifiche», prosegue la nota.
I fatti risalgono al 24 marzo dello scorso anno. Allo stadio Raffaele Guariglia di Agropoli si disputava la gara tra i cilentani e il Sant’Agnello, valida per il campionato di Eccellenza. All’ingresso in campo della terna arbitrale il Vessicchio impegnato in una telcronaca si lasciava andare a dure accuse verso la guardalinee Annalisa Moccia. «È uno schifo vedere donne che arbitrano», aveva detto. Poche ore dopo si era scatenato un polverone. Vessicchio era salito alla ribalta per le sue accuse giudicate sessiste. Il caso era finito anche sulla stampa d’oltreoceano, il New York Times lo aveva ripreso ed anche il Parlamento era stato interessato da un’interrogazione.
L’ormai ex giornalista agropolese aveva provato a scusarsi, sostenendo di essersi espresso male ma confermando una sua tesi: le donne devono arbitrare unicamente le donne. Le scuse erano state espresse anche nel salotto di Barbara D’Urso ma non erano servite per placare gli animi. Lo stesso ordine dei giornalisti aveva stigmatizzato il suo comportamento, per poi sospenderlo e infine per radiarlo con un provvedimento annunciato nella giornata di ieri. Vicenda conclusa? Neanche per sogno perché Sergio Vessicchio è pronto a contestare il provvedimento davanti alla giustizia ordinaria. «Ho querelato l’intero ordine di disciplina – annuncia – ha compiuto un’azione illegittima». Le sue ragioni sono presto spiegate: «Non si può radiare una persona per un’opinione detta, andrò fino in fondo». Secondo Vessicchio, infatti, l’ordine dei giornalisti avrebbe dovuto prendere tutt’altro provvedimento: «Avrebbero dovuti divendermi, per questo impugnerò il provvedimento a tutti i livelli».
Il giornalista, poi, precisa che per lui la radiazione conta poco: «Non credo più all’ordine dei giornalisti, ormai è in disuso, è superato. Io sono iscritto dal 1988 e non sono stato mai difeso da alcuna accusa, né sostenuto quando sono stato querelato per diffamazione». Vessicchio, quindi, continuerà a scrivere e a manifestare la sua opinione, la radiazione non lo fermerà e lo dice a chiare lettere. «Oggi il giornalista lo fanno i Youtuber su Youtube, i blogger sul web e gli influencer sui social. Io sono uno di questi, ormai sono un opinionista». Nonostante questo, però, vuole prendersi la sua rivincita con l’ordine: «Deciderà la giustizia ordinaria, c’è l’articolo 21 della Costituzione che mi permette di esprimere la mia opinione». Infine un avvertimento proprio all’ordine: «Io non ho ricevuto alcuna notifica, ho appreso del provvedimento tramite la stampa e questo non è da paese civile. L’ordine ha ancora tempi e modi per tornare indietro».