Omicidio Vassallo: nuove rivelazioni da una lettera anonima

Omicidio Vassallo, l'inchiesta de Le Iene va avanti. Nuove rivelazioni grazie ad una lettera anonima

Di Redazione Infocilento

Una lettera anonima potrebbe rivelare nuovi indizi sull’omicidio Vassallo. E’ quanto è emerso ieri sera nell’ennesima puntata de Le Iene legata al caso del sindaco Pescatore. La missiva, dice la Iena Giulio Golia, è stata scritta probabilmente da un carabiniere e fa riferimento ad altri due militari:Lazzaro Cioffi, già detenuto perché ritenuto connivente del clan Fucito di Napoli e Fabio Cagnazzo che dopo l’omicidio ha prelevato delle immagini di videosorveglianza di un negozio di Acciaroli e svolse altre attività pur non essendo responsabile delle indagini. Ma è in particolare sul primo che emergono sospetti.

Omicidio Vassallo: la figura di Lazzaro Cioffi

Già nella puntata precedente un testimone rimasto anonimo lanciò sospetti su Cioffi. E la lettera arrivata alla redazione del programma di Italia1 confermerebbe alcuni legami tra lui e i clan malavitosi. Ma vi è di più: il suo nome sarebbe emerso già nel 2005, ovvero 12 anni prima che venisse arrestato. Cioffi, stando alle accuse, si sarebbe recato dai magistrati insieme al colonnello Cagnazzo che garantì sulla sua integrità. Ricontattato da Giulio Golia, Cagnazzo ha smentito questa versione ma il legame tra i due viene ulteriormente menzionato.

Omicidio Vassallo: lo spaccio di droga ad Acciaroli

Nella lettera si precisa che il Cioffi avrebbe proposto ad uno dei membri del clan Fucito di estendere lo spaccio ad Acciaroli. Qui “Si racconta che l’attività di spaccio, non avendo la disponibilità di un appoggio fisso, veniva effettuato a bordo di un camper”. Il mezzo fu anche oggetto di un controllo dei carabinieri che a bordo avrebbero trovato lo stesso Cioffi e, stando alla lettera anonima inviata alla redazione de Le Iene, anche questa volta il colonnello Cagnazzo avrebbe garantito per lui.

L’autore della missiva conclude augurandosi che quanto rivelato possa servire a dare una svolta all’inchiesta e al contempo che serva ad “abbattere questo muro di omertà che purtroppo si materializza sempre quando si indaga su chi indossa una divisa”. Clicca qui per vedere il video.

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