Vallo della Lucania in festa per la traslazione del sangue di San Pantaleone

Domenica 17 novembre i festeggiamenti

Di Antonio Pagano

Domenica 17 novembre ricorre la festività della traslazione del sangue di San Pantaleone, patrono della città di Vallo della Lucania e di tutta la diocesi. I festeggiamenti hanno preso il via mercoledì scorso con l’intronizzazione della statua del santo e si concluderanno domenica 17 novembre. Nel giorno di festa saranno celebrate tre sante messe durante la mattina, e alle ore 17.30 ci sarà il solenne pontificale presieduto da S.E. Mons. Ciro Miniero; a seguire il concerto dei ragazzi del conservatorio “Goitre” di Vallo della Lucania.

La traslazione del sangue è un fatto storico in quanto risale circa al 1700. Ecco la storia:

Nei primi anni del Settecento mons. Oronzio All’arano Capece, vescovo di Oropo di Siria, ricevette in dono dal clero di Ravello parte del sangue di S.Pantaleone conservato in quella chiesa. Il presule ne fece autenticare la reliquia dal vescovo di Pozzuoli. Mons. Nicola De Rosa e nel 1740 la donò alla signora Anna Pezzillo di Napoli, con la facoltà o di conservarla in casa o di donarla ad una chiesa dedicata al martire. Di questo fatto venne a conoscenza il sacerdote Nicola Merola di Cuccaro Vetere, allora parroco della chiesa di Santa Sofia in Napoli. Egli persuase la donna a donarla all’Università di Vallo. La signora, con atto notarile dell’ottobre del 1741, regalò la reliquia consegnandola al sacerdote don Francesco de Cusatis di Spio, che si era recato a Napoli a ritirarla. I casali di Corinoti e di Spio accolsero con grande giubilo Ia preziosa teca, al suo arrivo depositata nella chiesa di San Nicola. Dopo la cerimonia di autentica eseguita dal vicario generale della diocesi di Capaccio Giuseppe Valletta, l’8 dicembre 1741 essa fu portata processionalmente nella chiesa di San Pantaleone in una ampolla a forala piramidale coperta di filigrana di argento collocata in un ostensorio pure di argento. Essa ha un diametro di 23 millimetri, la piramide è di 13 millimetri alla base e di 7 al vertice. Il sangue conservato nell’ampollina giunge al livello di 5 millimetri. Nell’atto di donazione si disponeva che la Reliquia dovesse conservarsi chiusa con tre serrature a chiavi diverse; una andava consegnata al parroco protempore, un’altra al rev.do Andrea de Cusatis di Spio ed ai suoi consanguinei discendenti per linea maschile dal notaio Michelangelo, la terza al Capo Eletto dell’Università di Vallo; estintasi la famiglia de Cusatis, il diritto di conservare una delle chiavi passò alla famiglia Perrelli di Spio, ceduto con atto del 3 ottobre 1846 alla Confraternita dei Pellegrini. Attualmente due chiavi sono custodite dal parroco e dal Capitolo Cattedrale e la terza dal sindaco di Vallo. Si era soliti celebrare la festa della traslazione del sangue di San Pantaleone la III domenica d’Avvento; nel 1852 venne spostata all’ultima domenica di pentecoste. Mons. Maglione nel 1878 ottenne di estendere la festa a tutta la Diocesi con rito doppio minore e nel 1881 con rito doppio maggiore. Attualmente essa si celebra la penultima domenica dell’anno liturgico. La presenza della reliquia del sangue di San Pantaleone rinverdì la devozione nei riguardi del protettore. Infatti, nella seconda metà del Settecento, mentre si perdeva la memoria del culto dei due compatroni, la festa in onore di San Pantaleone venne celebrata con crescente solennità

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