Emergenza cinghiali: amministratori cilentani a Montecotorio

Chiesti interventi per il riequilibrio delle presenze sul territorio con azioni straordinarie

Di Katiuscia Stio

Emergenza cinghiali. Più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Salgono a 2 milioni i cinghiali in Italia. L’Uncem e la Coldiretti si sono uniti al blitz davanti Montecitorio a Roma al fianco di migliaia di agricoltori, allevatori, cittadini, esponenti istituzionali e ambientalisti contro l’invasione dei cinghiali e degli animali selvatici.

Presenti all’incontro anche i sindaci e gli amministratori di Castel San Lorenzo, Roccadaspide, Aquara, Campora, Ceraso, Tortorella ed altri centri del comprensorio. Gli ungulati sono troppi e “conquistano” pezzi di territorio abbandonati, non più antropizzati, invasi dal bosco. Danneggiano attività agricole e allevamenti. Distruggono frutti, piante, intere coltivazioni di prodotti di eccellenza, una vera ricchezza non solo biologica quanto economica, costituendo una fonte integrativa di reddito per molti residenti. Causano incidenti e gravissimi danni per i quali non vi sono molto spesso indennizi.

«Chiediamo con Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Fedagri al Governo e al Parlamento, oltre che alle Regioni – afferma Marco Bussone, Presidente Uncem – di intervenire per il riequilibrio delle presenze faunistiche sul territorio, consentendo azioni straordinarie di prelievo. Perché quello dei cinghiali è un problema sociale ed economico. Occorre sancire un patto nuovo tra mondo agricolo, mondo venatorio, associazioni ecologiste, Enti locali. Uncem dà la massima disponibilità per affrontare e risolvere il problema che danneggia decine di migliaia di agricoltori e allevatori italiani in particolare nelle zone alpine e appenniniche del Paese».

Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del problema gli agricoltori della Coldiretti hanno provocatoriamente portato in piazza Montecitorio un pentolone gigante di polenta e di spezzatino di cinghiale, oltre a cartelli con le foto degli incidenti provocati sulle strade e dei danni nelle campagne.

«L’eccessiva presenza di selvatici rappresenta un rischio – evidenzia la Coldiretti – per l’agroalimentare italiano visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo lo studio Coldiretti/Symbola con ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria. Un patrimonio conservato nel tempo dalle 279mila imprese agricole presenti nei piccoli Comuni con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali. C’è poi chi si è trovato un centinaio di cinghiali a pochi metri dalla porta di casa; c’è chi raccoglieva il mais di sera col trattore seguito passo passo dal branco che mangiava le pannocchie rimaste, senza essere neppure disturbato dal rumore; c’è chi ha visto i cinghiali arrampicarsi sulle vigne per mangiare l’uva. Una situazione che costringe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone. Chi si è visto distruggere più volte il campo di mais o di girasoli sceglie alla fine di non seminare più. Il rischio è che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare».

Sul caso è stata anche proposta un’interrogazione dal deputato Gigi Casciello cui va il ringraziamento del consigliere provinciale Giuseppe Ruberto, capogruppo di Forza Italia: «Ringrazio l’on. Gigi Casciello perché ancora una volta conferma la sua vicinanza alle esigenze dell’intero territorio salernitano. I cinghiali mettono a rischio la produzione agricola e l’incolumità delle persone. Sapere che la battaglia iniziata da Forza Italia in Consiglio provinciale, con il collega Celano, abbia il sostegno anche in Parlamento attraverso l’on. Casciello è per noi motivo per andare fino in fondo a sostegno delle popolazioni interessate da questa emergenza».

Condividi questo articolo
Exit mobile version