Un sentiero lungo e faticoso ma avvincente e sensazionale, il Cammino di San Nilo è stata l’occasione giusta per avvicinare giovani menti provenienti da vaste aree del Cilento e con differenti percorsi di studi ma uniti dalla stessa finalità: il rilancio e la riscoperta di tesori sconosciuti dimenticati nel tempo.
Un viaggio che coinvolge la comunità e mette in relazione usi, costumi e tradizioni locali in via di estinzione. L’importanza di un saluto, la spensieratezza di un sorriso e lo scambio di opinioni di varie generazioni: il Cammino di San Nilo si è rivelato un sorprendente confronto di idee innovative e all’avanguardia, con l’obiettivo di riportare alla luce, mediante un catalogo multimediale e il concetto di ospitalità diffusa, un territorio che per troppo a lungo è rimasto inesplorato.
I resti degli affreschi conservati nella chiesa di San Filippo D’Agira, la Forra dell’Emmisi, l’Abbazia di Santa Cecilia e i numerosi scorci paesaggistici che ho avuto la possibilità di contemplare, offrono al visitatore la possibilità di continuare a scoprire alcune delle peculiarità che contraddistinguono le sconfinate aree interne cilentane. Tutto questo è stato possibile grazie all’insostituibile presenza della nostra guida Carlo Palumbo: una figura empatica e costante, nonché punto di riferimento essenziale durante lo svolgimento del percorso.
Il racconto di aneddoti che hanno attraversato la vita dei cittadini, i sacrifici per portare avanti una famiglia, gli odori e i sapori di antiche ricette culinarie sono solo alcuni dei principi autentici che è stato possibile scorgere sul volto di ognuno di loro, segnato dal tempo e dalla fatica, ma che nonostante tutto continuano a credere in una terra che ha ancora molto da offrire alle future generazioni che la occuperanno. Un grazie particolare ai componenti con cui ho condiviso questa magnifica esperienza: Chiara Cammarano, Mariagrazia De Martino, Marianna De Marco, Maria Antonietta Avigliano, Gennaro Veneri, Toni Viterale, Toni Isabella e i suoi splendidi scatti fotografici, Settimio Rienzo, Maria Pagano e Maria Carmela Inverno.