Dal Cilento l’appello: “tubi nuovi e acqua di sorgente”

Dito puntato contro rete idrica colabrodo e sistemi di potabilizzazione dell'acqua

Di Elena Matarazzo

POLLICA. Tubi nuovi e acqua di sorgente. Si sintetizzano così le richieste avanzate ieri dai rappresentanti dei comuni cilentani in un convegno tenutosi a Pioppi e al quale hanno preso parte i rappresentanti di Pollica, San Mauro Cilento e Montecorice, oltre al senatore Francesco Castiello e al sottosegretario al Mit, Salvatore Margiotta.
Questa parte di Cilento, sul versante ovest del Monte Stella, chiede maggiore attenzione per il sistema idrico locale, il miglioramento delle condotte e l’utilizzo di acqua salubre proveniente da sorgenti, senza fare uso dei potabilizzatori che Consac vorrebbe invece realizzare a Casal Velino per sfruttare l’acqua delle diga in un territorio storicamente ricco d’acqua.

Molteplici gli appelli emersi durante il dibattito e tante le criticità segnalate come lo stato di condotte ormai al collasso o le gravi perdite d’acqua in alcuni tratti della rete del Faraone, Problemi che si riversano poi sui cittadini costretti a subire tutte le conseguenze di questa situazione.

“Abbiamo una situazione paradossale – ha spiegato il senatore Francesco Castiello – in Cilento abbiamo 50 montagne e 50 fonti d’acqua. Solo il Gelbison ha la possibilità di soddisfare l’esigenza di 70mila abitanti, il Faraone ha addirittura una portata maggiore. Avendo una ricchezza enorme, il fatto che nelle case ne arrivi poca, dimostra che vi sono condutture non adeguate”.

Il senatore del Movimento 5 Stelle, però, ha sollevato anche un’altro problema: quello della salute pubblica. “Non c’è solo un problema di quantità, l’acqua c’è; ma vi è un problema di qualità perché abbiamo indici di tumori superiori alla media nazionale – ricorda il parlamentare – Abbiamo condutture, alcune delle quali risalgono agli anni ’50 e sono in amianto. Le particelle in amianto possono inquinare l’acqua potabile”.

Ma anche il cloro può essere dannoso per la salute come dimostrerebbe uno studio fatto commissionare dallo stesso Castiello: “Bere per anni acqua clorata provoca un incremento di rischio di tumore alla prostata. Noi porteremo avanti battaglia per avere acqua pulita e di qualità con condotte che siano efficienti”.

Il sottosegretario Margiotta ha assicurato massima attenzione al problema, rispondendo alle richieste di un intervento governativo. “Credo che il Governo possa e debba dire la sua aggiungendo fondi e finanziamenti a quanto già fatto dalla Regione”. “Appena rientrato a Roma capirò cosa possa essere fatto – ha concluso – ho sentito varie ipotesi risolutive vanno studiate ma è impossibile che in una zona dove l’acqua c’è questa non si prelevi”.

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