MONTECORICE. Problema cinghiali, un disagio avvertito in tutto il territorio del Parco, dalle aree interne alla costa. Per questo Rosario Meola, consigliere del comune di Montecorice, ha deciso di inviare una missiva al componente della giunta esecutiva del Parco, Vincenzo Inverso, rivolgendogli un accorato appello affinché si riesca ad affrontare in maniera determinata la questione. Meola apre la sua missiva facendo il quadro della situazione e mettendo in evidenza le criticità determinate dall’eccessiva presenza di ungulati. “Intere coltivazioni stanno andando in rovina insieme al sacrificio dei nostri contadini per non parlare dei numerosi incidenti provocati dall’immissione improvvisa su strada di questi animali che ogni giorno sembrano essere di più”, scrive il consigliere comunale.
Pur consapevole delle difficoltà esistenti nel risolvere il problema, Meola lancia una sua proposta, capace di trasformare quello dei cinghiali da un problema ad una possibile fonte di ricchezza: “In tutte le parti del mondo, in particolare nell’est Europa-Romania-Polonia ecc, esistono delle vere e proprie battute di caccia,attività venatorie organizzare a squadre, con personale qualificato, e in determinati periodi dell’anno per non causare danni alle altre specie animali. Si potrebbe sperimentare la stessa cosa anche qui da noi e questo porterebbe, oltre che alla risoluzione del problema, introiti per le attività commerciali,di ristoro e ricettive ricadenti in quest’area. I Comuni, una volta indicati i periodi dell’attività venatoria da parte del Parco, creano una lista degli Alberghi,B&B,Case Vacanze ecc dove poter far alloggiare i cacciaotiri arrivati da varie parti d’Italia e, perchè no, d’Europa. I Selecontrollori, indicati dal Parco, faranno da Cicerone facendo conoscere il territorio e indicando i posti dove poter cacciare”.
“Si creerebbe un vero e proprio business intorno a questo enorme problema portando gli appassionati a conoscere il nostro territorio creando un turismo alternativo al balneare.Si creerebbe maggior introiti per i nostri imprenditori che come ben sai vivino di quei 2/3 mesi estivi per poi sopravvivere nel periodo invernale data la scarsità di popolazione sopratutto nei paesini montani.Adesso che anche le nostre macellerie potranno essere inserite nella Rete della Filiera della Carne di Cinghiale, dopo la richiesta di autorizzazione alla lavorazione e commercializzazione all’Asl, tutto sarà più facile e si eviterà di vedere carcasse gettate ovunque”, evidenzia ancora il consigliere Meola che aggiunge: “Si potrebbero creare eventi, sagre, gare di caccia in modo da attrarre sempre più persone”.
Insomma secondo Rosario Meola è possibile “Fare del problema una fonte di ricchezza per il territorio e per i nostri imprenditori locali”. La parola passa all’Ente Parco.