Troppe nascite nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, adottiamo la contraccezione. La proposta del presidente della Comunità del Parco, Salvatore Iannuzzi fa riferimento all’invasione di cinghialotti nell’area protetta. Dietro ad ogni “mamma” non è difficile trovare cinque, sei fino a dieci piccoli cinghiali. Iannuzzi in una lunga lettera inviata al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa evidenzia che “In un allevamento domestico, quando una delle specie allevate cresce in maniera smisurata, si interviene con un’azione di controllo della popolazione animale, non esclusa la contraccezione. Parimenti accade in una comunità di persone quando, ad esempio, si assiste ad un crescita esagerata di animali di compagnia (sterilizzazione di cani e gatti)”.
Gli abbattimenti selettivi per Iannuzzi non bastano. “In un Parco non è richiesta la presenza di killer esperti di cinghiali, ma di esperti della salute e dei bisogni della flora e della fauna selvatica”. Iannuzzi quindi richiama l’attenzione del Ministro su un’altra lacuna dei Parchi Nazionali che “continuano a non disporre di professionisti interni della salute dei parchi (veterinari, agronomi, esperti in scienze forestali, botanici ) e al contrario traboccano di personale amministrativo.
Né tantomeno servono consulenze specialistiche episodiche e frammentarie, attinte nel mercato libero, professionale o nel mondo dell’università. Occorre organizzare piante organiche che inglobano figure professionali specifiche che, possano seguire i problemi cui i parchi nazionali sono chiamati a rispondere. “La presenza negli organici di veterinari, agronomi, ingegneri, forestali, sono le migliore garanzie per azioni istituzionali efficaci ed efficienti. Nell’organico del Parco del Cilento oggi non c’è un veterinario. È prevista la figura del naturalista”.
Il Ministro Costa sensibile alle problematiche dei Parchi e in linea con quanto esternato da Iannuzzi pare stia già lavorando ad un’apposita direttiva per tutti i Parchi Nazionali.