A Piaggine “CilentoTiAmo”, un progetto per la tutela del territorio

Un gruppo di volontari si dedica alla tutela del territorio. L'obiettivo è coinvolgere nei progetti anche le istituzioni e i percettori del reddito di cittadinanza

Di Katiuscia Stio

PIAGGINE. “CilentoTiAmo”: progetto di cittadinanza attiva a tutela del territorio con un forte valore simbolico. Reddito di Cittadinanza e progetti di pubblica utilità: il sollecito del professore Federico Salerno ai sindaci dei comuni cilentani affinché predispongano un programma ragionato per l’impiego di tali risorse.

Nel mese di ottobre è stata avviata una campagna di pulizia di alcuni siti ubicati nel territorio dell’Alto Cilento e di sensibilizzazione delle comunità locali. Il progetto nasce su iniziativa di Federico Salerno, docente di Diritto ed Economia, originario di Piaggine. Nei fine settimana, un gruppo di volontari si dedica alla raccolta differenziata dei rifiuti abbandonati lungo il corso del fiume Calore Lucano o in altri siti di rilevante valore paesaggistico.

La prima “chiamata all’azione”, del 6 ottobre, ha interessato due località, un tratto delle sponde del fiume Calore a monte del ponte medievale di Piaggine e l’area antistante il cimitero di Valle dell’Angelo. Il prossimo appuntamento per la pulizia dei siti è sabato 19 ottobre, dalle ore 14:30 alle ore 17:00, lungo le sponde del fiume Calore Lucano e precisamente nel tratto compreso tra le chiesette di San Rocco e di Sant’Elena nel Comune di Laurino.

«L’idea è frutto del profondo legame con la mia terra d’origine. Durante le escursioni estive ho avuto modo di ammirare paesaggi incantati, di una bellezza da lasciare senza fiato, spesso feriti dall’incuria dell’uomo.- spiega Federico Salerno- Luoghi riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco, mortificati da cumuli di rifiuti di ogni genere, abbandonati a testimonianza di scarsa coscienza civica. La finalità principale della nostra iniziativa è di smuovere le coscienze e trasmettere il messaggio che i primi custodi delle nostre terre dobbiamo essere noi cittadini. Le buone pratiche in materia ambientale possono e devono essere implementate a partire dal quotidiano, senza scaricare semplicisticamente ogni responsabilità sulle istituzioni. Dal punto di vista pratico, la nostra azione non può che rappresentare la classica lotta di Davide contro Golia, ma come ben sappiamo a volte Davide vince. Speriamo di riuscire a portare avanti il progetto coinvolgendo le scuole e le amministrazioni locali, perché solo un’azione sinergica può avere risultati significativi. La salvaguardia e la valorizzazione del territorio possono rappresentare una delle azioni di contrasto al declino delle zone montane e al fenomeno dello spopolamento che colpisce da decenni questi territori».

Quali azioni per il futuro?
«La mia idea è quella di operare su più fronti per aggredire un problema che appare irrisolvibile. Bisogna interagire con le istituzioni locali e nazionali per proporre soluzioni, partendo dall’ascolto dei cittadini che sentono sulla loro pelle le innumerevoli difficoltà di vivere in luoghi con scarsi servizi, con viabilità disastrata, distanze considerevoli dai presidi ospedalieri o dai principali Uffici pubblici. L’assenza di opportunità lavorative, la distanza dai punti nascita e dalle scuole, amplificata dalla pessima qualità del sistema viario, alimentano il fenomeno dello spopolamento, in una spirale perversa. Da tale situazione si può venire fuori solo con uno sforzo che accomuni i cittadini, le Amministrazioni locali, la Comunità Montana, l’Ente Parco, la Provincia, la Regione e lo Stato. La nostra azione mira ad aggregare i cittadini su azioni concrete che nascono dai bisogni manifestati dalle Comunità. I Comuni, in base alle disposizioni normative contenute nella legge istitutiva del Reddito di Cittadinanza, devono predisporre dei progetti di pubblica utilità in cui impiegare i percettori della misura economica. La Ministra del Lavoro ha confermato che, a breve, si terrà la Conferenza Stato-Regioni e entro pochi giorni avremo i decreti attuativi che detteranno le linee guida per gli Enti Locali. Sarebbe opportuno che i Sindaci dei comuni cilentani predispongano un programma ragionato per l’impiego di tali risorse. Allo studio c’è un progetto di recupero di un’antica tradizione legata alla coltura di una pianta tipica che cresce spontanea sul Monte Cervati. L’obiettivo è creare opportunità lavorative che incentivino i giovani a restare in questi splendidi luoghi.»

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