AGROPOLI. Non è un problema legato ai centri del Cilento interno quello dei cinghiali. Benché le principali segnalazioni giungano proprio dai piccoli centri montani e collinari, la diffusione di questi animali sta interessando anche le aree costiere. Era già successo a Castellabate tanto che negli anni scorsi la minoranza chiese al Comune e al Parco interventi urgenti per limitare il fenomeno che tanti danni stava creando agli agricoltori.
Ora un nuovo grido dall’allarme parte da Agropoli. Anche qui, in realtà, la presenza di ungulati era già stata segnalata. Un paio di stagioni estive fa, ad esempio, cinghiali alla ricerca di cibo furono avvistati nei pressi della Baia di Trentova. Si trattò, però, di episodi isolati. Nelle ultime settimane, invece, il problema ha assunto proporzioni maggiori. Le aree dove maggiormente si nota la loro presenza sono Moio, Madonna del Carmine, Mattine e Collina San Marco.
A denunciare il caso sono gli agricoltori, la classe maggiormente colpita da questo problema. I cinghiali, infatti, devastano le coltivazioni: alberi da frutta, vitigni ed orti. In molti hanno segnalato la scarsità della produzione di uva proprio a causa di questi mammiferi. “A volte sono inutili anche le recinzioni – dice un agricoltore che ha un terreno al confine tra Agropoli e Torchiara – i cinghiali entrano ugualmente nelle proprietà e creano danni”. L’auspicio è che vi siano interventi immediati.
Al tal proposito, nei giorni scorsi, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ha indetto un consiglio monotematico per affrontare la questione dal quale è emersa la necessità di interessare del problema anche Governo e Regione affinché si arrivi ad una sua definitiva risoluzione.