Pisciotta, morta dopo caduta in un dirupo: verità dall’autopsia

Familiari chiedono chiarezza

Di Carmela Santi

PISCIOTTA. Maria Grazia Tortora è deceduta per insufficienza respiratoria concausata da fratture costali multiple. Dunque nella caduta nel dirupo a seguito della rottura della staccionata non ha riportato una sola frattura, ma più fratture, che hanno compromesso la funzione respiratoria in una persona anziana di 86 anni. Questo secondo indiscrezioni l’esito dell’esame autoptico eseguito ieri pomeriggio sulla salma dell’anziana arrivata all’ospedale San Luca una settimana fa dopo esser precipitata per diversi metri in una scarpata.

La donna doveva entrare in auto, si è appoggiata alla staccionata. La struttura in legno non ha retto, la signora Tortora è caduta nel vuoto. La famiglia, assistita dall’avvocato Franco Maldonato, ha presentato denuncia. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo ha aperto un fascicolo di indagine. Nel registro degli indagati sono finiti con l’accusa di omicidio colposo il sindaco di Pisciotta Ettore Liguori, due tecnici comunali, un geometra e un architetto, e il titolare della ditta che ha eseguito i lavori per la messa in opera della staccionata da cui è precipitata l’anziana.

Sulla vicenda vige il massimo riserbo. Abbottonassimi i medici legali Francesco Lombardi, che ha eseguito l’esame autoptico, e Adamo Maiese, consulente di parte. La signora Maria Grazia è morta dopo otto giorni di agonia per le gravi ferite riportate nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Luca.

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