Non è stata provata l’omissione dell’avviso all’imputato della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio del PM per questo motivo i verbali sono da considerarsi validi. E’ questo uno dei motivi per cui la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 21 anni di reclusione inflitta dalla Corte di Appello di Potenza al 29enne ucraino, Dmytro Zastavnetskyi per l’omicidio di Olena Tonkoshkurova la massaggiatrice 50enne di nazionalità Ucraina barbaramente uccisa a Polla il 24 giugno del 2013.
Nel ricorso l’avvocato Michele Galiano aveva messo in evidenza l’inadeguata conoscenza dei termini giuridici da parte dell’interprete nominata durante l’interrogatorio reso dall’imputato il 26 giugno 2013, due giorni dopo l’omicidio. Al 29enne ucraino era stato detto che aveva la facoltà di non rispondere, frase questa che gli era stata tradotta senza far capire a Zastavnetskyi che poteva anche non rispondere alle domande che gli venivano fatte. I giudici di terzo grado hanno respinto il ricorso ritenendo che non sia stata data prova dell’omissione dell’avviso all’imputato. Zastavnetskyi, ora si trova recluso nel carcere di Bellizzi Irpino in provincia di Avellino.
Dmytro Zastavnetskyi ha ucciso la 50enne massaggiatrice nel 2013 sgozzandola con un coltello e poi ha dato fuoco all’abitazione all’ingresso del centro storico del paese per cercare di nascondere le prove.