Nella serata del 2 ottobre, nei Comuni di Santa Maria Capua Vetere e Casaluce, in provincia di Caserta, i carabinieri della compagnia di Osimo, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Ancona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, hanno tratto in arresto 2 cittadini albanesi, rispettivamente 36enne e 32enne, ritenuti responsabili, unitamente ad altri complici in via di identificazione, di ben 73 furti in abitazione (di cui 17 tentati) nelle regioni Marche (36, di cui 17 in provincia di Ancona – 13 in provincia di Macerata e 6 in provincia di Fermo), Umbria (3, tutti a Foligno -PG) e Campania (34 tra le province di Salerno ed Avellino).
Le indagini, durate sette mesi, sono state condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Osimo, ed hanno consentito di individuare una banda, radicata nella provincia di Caserta, specializzata nei furti all’interno di appartamenti con la tecnica del foro. Le stesse hanno avuto avvio a seguito di sette furti avvenuti in sequenza nella giornata del 18 febbraio 2019, in Camerano, presso abitazioni ubicate a poche centinaia di metri l’una dall’altra e tutte a ridosso della corsia nord dell’Autostrada A/14.
A partire dalla summenzionata data, nell’ambito della provincia di Ancona, si verificavano altri furti in appartamenti le cui dinamiche esecutive rilevavano un insieme di identici elementi di riscontro, quali la stessa fascia oraria di consumazione (tra le 18 e le 04), la breve distanza percorribile a piedi tra un’abitazione e l’altra, la collocazione delle abitazioni a ridosso dell’autostrada A/14, l’introduzione nell’abitazione dopo aver praticato tramite trapano manuale di un foro sul telaio della porta e/o finestra, ove poi introducevano un attrezzo ad uncino in corrispondenza della maniglia di apertura. I malfattori, per la loro agilità, riuscivano a raggiungere le unità abitative anche ai piani alti, previo arrampicamento su ringhiere e discendenti di grondaie. I delitti venivano perpetrati a ridosso delle principali arterie stradali o autostradali poichè potevano tagliare la rete di delimitazione nei pressi delle piazzole di sosta, per l’accesso e il deflusso piedi, evitando così di effettuare passaggi con l’autovettura nei comuni e di essere individuati da sistemi di videosorveglianza. Si tratta di veri “specialisti” di settore, scaltri e avvezzi al “pendolarismo criminale”.