Si svolgerà ad Ascea Marina lunedì 30 settembre l’annuale convegno nazionale dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci (AISC) che, dal 2014, ha come mission la conoscenza scientifica dello scompenso cardiaco, patologia cronica, invalidante, ancora troppo sottovalutata nonostante l’alto tasso di mortalità.
La 5^ assemblea annuale dell’Associazione che si svolge con il patrocinio del Ministero della Salute, della Regione Campania, del Comune di Ascea e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e con il contributo non condizionato di Novartis e Boston Scientific, si terrà il 30 settembre p.v. ad Ascea, località nel cuore del Cilento, terra della dieta mediterranea e di centenari.
Il tema centrale dell’assemblea sarà incentrato sulla consapevolezza dei pazienti nella gestione della propria condizione e sull’importanza dell’appartenenza all’Associazione per ricevere sostegno per migliorare le proprie condizioni di vita.
“Siamo lieti di ospitare quest’anno l’incontro annuale di AISC, con la quale condividiamo le finalità di attenzione ad una patologia, quale lo scompenso cardiaco in forte crescita e subdola nei suoi sintomi – afferma il primo cittadino di Ascea, Pietro D’Angiolillo. Lo scompenso cardiaco è prevalentemente la malattia dell’anziano e noi vogliamo e ci auguriamo che la dieta mediterranea, patrimonio del nostro Cilento, insieme ad uno stile di vita sano, possano aiutare ad un’azione di prevenzione della patologia”.
“Come Regione Campania – afferma Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta regionale per i temi attinenti alla sanità, con delega ai rapporti con gli organismi regionali e del Governo in materia di sanità-Regione Campania, – poniamo molta attenzione allo scompenso cardiaco, patologia ad alta prevalenza anche in Campania caratterizzata da un costante incremento con l’età, cercando di ottimizzare i trattamenti non solo in ospedale, ma anche e soprattutto nel territorio. Sicuramente gli stakeholders, come le associazioni dei malati, debbono avere un ruolo centrale in questo processo ed in questa ottica l’impegno di AISC a diffondere la conoscenza della patologia anche tra i laici e a far crescere una rete solidale tra questi ammalati è sicuramente rilevante. Un lavoro sinergico tra istituzioni, operatori e malati potrà certamente far raggiungere l’importante target di ridurre le ospedalizzazioni e le riospedalizzazioni a cui è soggetto in maniera ricorrente il paziente affetto da scompenso cardiaco”.
In Italia, circa un milione di persone soffre di scompenso cardiaco e la prevalenza cresce in maniera esponenziale con l’età: meno dell’1% sino a 60 anni e fino al 20% dopo gli 80. Lo scompenso cardiaco è la causa di circa 190.000 ricoveri l’anno, che generano una spesa totale di circa 3 miliardi di euro l’anno. Nonostante questa patologia sia la prima causa di ricovero tra gli ultra 65enni e la prima causa di morte tra le patologie cardiovascolari in Italia, resta ancora però una delle meno considerate. “Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica, invalidante anche perché è caratterizzata dalla concomitanza con altre patologie croniche di cui spesso soffre l’anziano – dichiara la Dott.ssa Maria Rosaria Di Somma, consigliere delegato AISC – ma la formazione e l’informazione oltre che del paziente anche del caregiver, e la sensibilizzazione sull’importanza della diagnosi precoce, sull’attivazione dei percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali da parte delle regioni con la presa in carico del paziente nel percorso della sua malattia, potranno certamente ridurre significativamente situazioni acute ed il conseguente ricorso alle riospedalizzazioni. Il messaggio fondamentale che come Associazione cerchiamo di trasmettere è quello di ‘Conoscere la patologia, conviverci, prendersi cura di sé e migliorare la propria vita’. Se il paziente viene aiutato in questo percorso, sarà un paziente informato capace di gestire la propria condizione di malato cronico e di valorizzare le indicazioni cliniche. In tal senso, quest’anno durante lo svolgimento dell’assemblea annuale, il punto informativo itinerante – “il TIR della casa di AISC”, nel percorso attraverso le piazze d’Italia e presso i Centri ospedalieri sosterà per tutta la giornata all’uscita del luogo del convegno ed offrirà gratuitamente materiale informativo sulla patologia dello scompenso cardiaco, si potranno effettuare visite sui parametri vitali ed assistere al corso di primo soccorso BLS per aiutare il paziente scompensato caratterizzato da morte improvvisa”
Il programma di quest’anno è particolarmente ricco di argomenti e focus specifici, sia in tema di gestione della patologia, che di corretta prevenzione. Per la gestione sempre più efficace del paziente con scompenso cardiaco è fondamentale un approccio di tipo interdisciplinare che persegua l’obiettivo di migliorare la qualità di vita e di ridurre le ospedalizzazioni, come spiega il Prof. Salvatore Di Somma, Professore di Medicina di Emergenza, Università La Sapienza, Roma e direttore scientifico AISC: “Nel corso della vita – sottolinea il Prof. Salvatore Di Somma –una persona su cinque è a rischio di sviluppare scompenso cardiaco che, attualmente la causa più comune di ricoveri in ospedale imprevisti per le persone sopra i 65 anni, nonché il principale motivo di riammissioni non pianificate. Per questo, già dall’ingresso in pronto Soccorso è fondamentale che il personale sanitario sappia riconoscere questa patologia, per arrivare alla corretta diagnosi. La diagnosi precoce e la prevenzione, ma anche l’avere a disposizione una rete efficiente di Centri distribuiti sul territorio e un conseguente accesso alle soluzioni terapeutiche più avanzate, rappresentano gli elementi fondamentali per garantire risultati concreti. Come Associazione Italiana Scompensati Cardiaci condividiamo l’importanza della conoscenza di una patologia cronica, ancora oggi troppo sottovalutata e, per questo, aderiamo con convinzione ad ogni iniziativa intesa ad evidenziarne i sintomi, la rilevanza della terapia e l’obiettivo di migliori condizioni di vita per il paziente. Lo scompenso cardiaco può essere una patologia invalidante, ma la formazione e l’informazione anche del caregiver e la sensibilizzazione sull’importanza della presa in carico del paziente da parte del sistema sanitario inteso nel significato più ampio del termine, medico di medicina generale, geriatra, medico di medicina interna, cardiologo, altro specialista, infermiere ed assistenza domiciliare, ne fanno la differenza e riducono sensibilmente il ricorso alla ospedalizzazione e riospedalizzazione per situazioni acute. Attenersi anche ad uno stile di vita caratterizzato da dieta mediterranea, attività fisica giornaliera ed atteggiamento positivo verso le difficoltà giornaliere, tipico delle popolazioni longeve del Cilento, dove lo scompenso cardiaco è poco diffuso, possono notevolmente migliorare la qualità e l’aspettativa di vita del paziente con insufficienza cardiaca”.
“A livello di Parlamento Europeo non sottovalutiamo la gravità dello scompenso cardiaco – afferma Aldo Patriciello, parlamentare europeo molto attivo per le problematiche sanitarie europee e nazionali, – riteniamo che per meglio affrontare la patologia si rende necessario un sistema di cura integrato e multidisciplinare, quale modello di cura a livello europeo che possa contribuire a sensibilizzare l’importanza della diagnosi precoce, della presa in carico del paziente durante tutto il percorso della propria malattia e l’assistenza domiciliare tenendo presente che trattasi di una malattia altamente invalidante”.
In tema di prevenzione, anche per lo scompenso cardiaco sta diventando sempre più chiaro come i modelli dietetici influiscano sulla salute del paziente, con effetti rilevanti dei componenti nutrizionali sulle funzioni dell’organismo e sui processi patologici. Per questo, adottare corretti stili di vita resta un plus fondamentale, a cominciare da un regime alimentare sano e variato. Essendo ospitato nel Cilento, patria della Dieta Mediterranea, il convegno AISC metterà in luce proprio come questo modello nutrizionale e culturale, ormai riconosciuto a livello mondiale come simbolo del “mangiare sano”, possa avere effetti benefici non solo sui principali fattori di rischio delle patologie cardiovascolari, ma anche sul decorso della malattia una volta presentatasi. In particolare, per quanto riguarda specificatamente lo scompenso cardiaco, uno studio scientifico pubblicato nel 2012 ha dimostrato un effetto potenzialmente benefico delle verdure, del pesce e dell’olio d’oliva (i principali componenti della Dieta Mediterranea) sulla funzione cardiaca, illustrando una terapia aggiuntiva non farmacologica (la Dieta Mediterranea) anche in pazienti con scompenso cardiaco cronico. Tutti temi che saranno dibattuti anche nel corso della tavola rotonda “Cosa bisogna fare per prevenire lo scompenso cardiaco”, alla quale prenderanno parte anche quattro centenari del Cilento, regione mediterranea da sempre caratterizzata dall’ aspettativa di vita più alta a livello mondiale e da una bassa incidenza di malattie croniche, che per questo ha attratto l’attenzione di scienziati di tutto il mondo, fin dai tempi di Ancel Keys, fisiologo e nutrizionista statunitense, per tutti il ‘padre’ della Dieta Mediterranea.