Castellabate, indagini sul “diplomificio”: “controlli proficui”

Prosegue l'indagine che ha portato a perquisizioni in tutta Italia

Di Carmela Santi

Sono oltre 340 gli indagati nella maxi inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania sul “diplomificio“che aveva base nel Cilento. Al centro delle indagini estese in tutta Italia da Reggio Calabria a Torino le attività svolte da istituti professionali di Castellabate che negli anni avrebbero sfornato centinaia di attestati di maturità irregolari. Nei gironi scorsi sono partite le perquisizioni in tutta Italia.

I carabinieri sono stati presso i domicili di tutti gli indagati per raccogliere elemento utili alle indagini. “I controlli sono stati proficui”- si limita a ribadire il procuratore capo presso il tribunale di Vallo della Lucania Antonio Ricci. Sulle indagini in corso affidate ai carabinieri della compagnia di Agropoli guidati dal capitano Fabiola Garello, il procuratore non aggiunge altro ma lascia intuire che si sta lavorando sulla fitta rete che da tutto il territorio nazionale portava aspiranti diplomandi negli istituti di Castellabate probabilmente perché sapevano che avrebbero ricevuto con una certa facilità “la carta”.

La notizia ha incuriosito ma non sorpreso la comunità locale. “Al nord gli istituti privati sono considerati migliori della scuola pubblica, al sud funziona diversamente. In molte scuole paritarie si accede proprio per essere facilitati”. Il commento di un cittadino che ieri mattina sostava dinanzi all’istituto finito al cento delle indagini. “Che ci siano scuole del genere non mi sorprende, sarebbe bene controllarle tutte” la considerazione di un altro cittadino. E ancora “Nelle scuole private c’è sempre il sospetto che in cambio del pagamento di una tariffa gli studenti vengano aiutati e facilitati nell’ottenere dei titoli”.

Secondo le indagini bastava sborsare tremila euro per avere il rilascio di diploma di qualifica professionale e titoli abilitativi all’insegnamento da parte degli istituti di Castellabate. Un giro di affari milionario. Al centro delle indagini la struttura piramidale che attraverso procacciatori consentiva di far confluire nei due istituti “gli studenti” che in maniera completamente illecita ottenevano i diplomi attraverso la consegna di pergamene e attestati contraffatti, falsificando altresì i verbali di esami immaginariamente sostenuti dalle persone a cui venivano rilasciati.

“È oggetto di indagine – dice il Procuratore – la modalità di pagamento dei diplomi, se i beneficiari venivano a ritirarli in sede o li ricevevano direttamente a casa”. Le indagini sono finalizzate ad individuare tutte le persone coinvolte e a portare alla luce il presunto metodo truffaldino che negli anni ha consentito a centinaia di persone di diplomarsi senza avere mai seguito una lezione e forse sostenuto un esame.

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