BELLOSGUARDO. Il bene e il male, le due forze che muovono l’umanità. In occasione dei festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo, nella tradizione cristiana è colui che combatte e sconfigge Satana, a Bellosguardo nasce una riflessione sul tema “Gli attacchi del nemico infernale: riconoscerli e difendersi”. L’appuntamento è alle ore 19 nella chiesa parrocchiale, mentre alle 20:30 si terrà una cena ed una chiacchierata con l’esperto, per i giovani “ Il diavolo, fantasia o terribile realtà?”.
Secondo una vasta letteratura che va dai primi filosofi agli autori moderni e contemporanei, bene e male sono i due principi fondamentali che governano la vita umana. Essi sono in perenne lotta fra loro e corrispondono alle pulsioni originarie teorizzate da Freud: Eros e Thanatos, amore e odio, vita e morte.
Sono state le religioni, la filosofia e la teologia ad aver iniziato ad indagare il mistero del male, un problema che da sempre suscita nell’uomo un senso di angoscia e tormento, e rappresenta una sfida alla ragione e alla scienza.
Gli studiosi hanno fornito le risposte più varie. Sono stati chiamati in causa la volontà divina, i sentimenti morali, l’ordine del cosmo, la libertà soggettiva, la ragione, la cultura, l’evoluzione, l’architettura del cervello. Una delle opere fondamentali della filosofia contemporanea è “Al di là del bene e del male” di Nietzsche, un autore che per tutta la vita fu tormentato dal problema del male. Il dolore – egli dice – “ci scava nel profondo e ci costringe a discendere nelle nostre profondità”.
La sua concezione si pone come “negazione totale del pensiero occidentale e dei grandi valori della cultura, come la verità, il progresso, la scienza e la religione per la loro mancanza di fondamento e per la loro natura di “mera finzione”.
L’umanità, per il filosofo tedesco, percepisce un “senso di vuoto” davanti alla scoperta che il mondo è un “caos irrazionale”. “Dio è morto. E noi – dichiara – l’abbiamo ucciso”. Dalla miseria del dolore e del male e dalla disperazione del nichilismo nasce il bisogno dell’affermazione di “un uomo veramente uomo”, un “uomo nuovo” proiettato verso “altezze future” e “possibilità eterne” con “nuove tabelle di valori” e una “religione nuova, una religione delle anime più libere, più alte, più liete”.
La “morte di Dio” di Nietzsche in realtà è la manifestazione di un’ansia religiosa, l’aspirazione dell’essere umano a imprimere nella sua esistenza l’immagine dell’eternità, lo splendore di un più alto modello di uomo e la creazione di un nuovo sistema valoriale.