La questione cinghiali continua a far discutere. Cittadini e rappresentanti delle istituzioni sono convinti di una cosa: il Parco con le sue proposte e le sue iniziative ha fallito o quantomeno non è riuscito a risolvere definitivamente il problema. Lo stesso presidente Tommaso Pellegrino ha ammesso che nonostante selecontrollori e gabbie di cattura i cinghiali riescono a riprodursi ad una velocità tale da non riuscire a limitare la loro presenza (leggi qui).
Allarme cinghiali, le proposte dei sindaci
Il sindaco di Sanza, Vittorio Esposito ha chiesto di liberalizzare la caccia agli ungulati; dello stesso avviso il primo cittadino di Casalle In Pittari, Giampiero Nuzzo. Anche da Castellabate la minoranza consiliare, tramite Luigi Maurano, chiede interventi mirati e urgenti per risolvere un problema che da troppo tempo sta interessando il territorio.
Pino Palmieri, sindaco di Roscigno, rievoca un’iniziativa lanciata in Parlamento negli anni scorsi e dice: “Se vogliamo, in modo serio, risolvere i problemi che crea la normativa che disciplina il nostro Parco, bisogna intervenire legislativamente”.. “A cadenza periodica si ripropone l’emergenza cinghiali e per una normativa inadeguata non può essere considerata come occasione produttiva e soprattutto occupazionale per tutto il nostro territorio – aggiunge – Se si mettesse lo stesso impegno che viene speso per portare a casa finanziamenti per strade ed opere pubbliche varie, oggi avremmo nel nostro Parco la prima azienda mondiale legata alla commercializzazione della carne di cinghiale. Purtroppo le priorità di tanti amministratori non rispecchiano le necessità della gente, si preferisce litigare per dove far partire i lavori di una strada e non impegnarsi a risolvere le vere emergenze dei cittadini”. “Come possiamo immaginare di risolvere il problema occupazionale dei nostri giovani se bastano i cinghiali per mettere in crisi la società?”, si chiede il primo cittadino roscignolo.
Allarme cinghiali, le iniziative del Parco
E mentre anche gli agricoltori lanciano l’allarme, dal Parco provano a prendere provvedimenti. Vincenzo Inverso, consigliere dell’Ente, annuncia un consiglio dell’Ente monotematico. “Il problema non è più rinviabile il territorio interessato va ben oltre l’area protetta”, spiega. Per questo il Parco cercherà di fare quadrato con istituzioni provinciali, regionali e nazionali per trovare una soluzione. Poi la proposta: “una moratoria al fine di ridurre drasticamente il numero dei cinghiali oramai pericolo per la sicurezza stradale, per le coltivazioni di pregio del nostro territorio e per il giusto ciclo del bosco e del sottobosco”.
I cittadini sembrano ormai sfiduciati e non sono convinti che le istituzioni possano riuscire a risolvere il problema.