ROSCIGNO. Una tassa su merendine e bevande zuccherate consumate dai bambini. E’ questa l’idea lanciata nei giorni scorsi dal Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonte (M5S). Un modo per garantire soprattutto a scuola stili di vita sani e avere i fondi per finanziare attività utili. La “sugar tax” rischia di determinare inevitabili effetti sul prezzo finale del prodotto con aumenti per le famiglie.
Nel comprensorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, però, ci sono comuni e istituzioni scolastiche che non risentiranno del problema. A scuola, infatti, la merenda si fa con pane e olio. A fare da apripista a questi progetti, in tempi in cui ancora il merendometro non era ancora all’orizzonte, la presidente dell’istituto comprensivo di Santa Marina, Maria De Biase. Lo scorso anno, poi, fu il Comune di Stella Cilento a finire alla ribalta per la sua decisione di fornire agli studenti delle scuole del territorio pane con olio locale come merenda (leggi qui). Un prodotto genuino, fatto con prodotti del posto e della tradizione gastronomica cilentana.
Ora anche Roscigno segue la stessa strada: “A partire da oggi, nella nostra scuola la merenda si farà con pane e olio. No al merendometro”, annuncia il sindaco Pino Palmieri. Anche nel centro alburnino, quindi, si sceglie di tornare al passato e di aggirare un eventuale ostacolo legislativo che potrebbe determinare conseguenze per le famiglie, al contempo puntando su un prodotto dalla genuinità conclamata.
Ma il comprensorio del Cilento, Diano, Alburni ed aree limitrofe, è ricco di casi simili: lo scorso anno Caggiano fu preso d’esempio dall’Asmel, l’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli Enti locali, per la scelta dell’amministrazione comunale di puntare su prodotti a chilometro 0 per la refezione scolastica. Un modo per risparmiare sui costi e offrire ai più piccoli prodotti salutari. Anche qui il merendometro non sarebbe un problema.