M5S, Cammarano: “Sagra sospesa a San Mauro, discutere nostra proposta per regolamentare il settore”

Il consigliere regionale Cammarano: “Manifestazioni fondamentali per il rilancio della tradizione e l’enogastronomia delle nostre aree interne”

Di Comunicato Stampa

“Quanto accaduto a San Mauro Cilento, con la chiusura da parte dei Nas della sagra “Settembre ai Fichi” negli stessi istanti in cui centinaia di persone erano in fila agli stand, ripropone la necessità di regolamentare al più presto manifestazioni di questo tipo. Le sagre sono e devono continuare a essere un’opportunità per far conoscere i nostri borghi, la nostra storia, le straordinarie bellezze paesaggistiche di cui la Campania dispone e i prodotti tipici della nostra tradizione enogastronomica. La sospensione della kermesse a San Mauro Cilento, a prescindere dai riscontri che ci saranno alle contestazioni sollevate dai Nas, rischia di comportare un danno di immagine agli espositori, ai produttori e a un’intera comunità, mandando in fumo medi e mesi di organizzazione”.

E’ quanto denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano.

“Da anni– ricorda Cammarano – giace nei cassetti del Consiglio regionale una nostra proposta di legge tesa a definire un quadro normativo che regolamenti l’organizzazione delle sagre sul territorio della nostra regione. Poche regole certe a cui attenersi per evitare casi come quello verificatosi in occasione di “Settembre ai Fichi”. Una legge che definisca le linee guida di uno dei tanti settori trainanti per l’economia della nostra regione. Elemento di garanzia sarà il riconoscimento dell’attestazione di “sagra tipica della Campania” e di “festa popolare tipica”, come prevede la nostra proposta. Abbiamo previsto l’introduzione del premio “sagra eccellente della Campania” per aumentare la competitività e il raggiungimento di standard sempre più elevati. E’ fondamentale e inestimabile il valore culturale di queste manifestazioni. Non possiamo più consentire che sindaci, associazioni, Pro Loco, operatori economici e imprenditori agricoli siano abbandonati a una politica regionale senza alcuna visione di sviluppo dei territori”.

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