Addio a Francesco Corbetta, uno dei padri del Parco Nazionale del Cilento

Il ricordo di Gaetano De Luca

Di Carmela Santi

Se è stato istituito il Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è merito primario, anche se non esclusivo, del professore Francesco Corbetta, esimio botanico e naturalista nato in provincia di Pavia, a Zeme, il 3 febbraio del 1932 e morto oggi 6 settembre a Bologna.

A ricordare il suo immenso lavoro per il Cilento è il presidente del Tribunale di Vallo della Lucania Gaetano De Luca componente a suo tempo del comitato promotore per la istituzione del Parco del Cilento. “Amate e difendete il Cilento, questo il suo incitamento – ricorda De Luca – i cilentani non possono che ricambiare tanto amore ed essergli grati per la passione e l’impegno profuso per questa terra “.

Dopo la laurea in scienze biologiche nel 1955 all’Università di Pavia, è stato docente di botanica negli atenei di Bologna, Ferrara e Catania. In seguito, titolare di cattedra, ha insegnato  Botanica applicata  all’Università dell’Aquila dal 1983 al 2003, assumendo anche la direzione del dipartimento di botanica.

Oltre all’attività accademica, ha partecipato, con numerosi studi, a migliorare le conoscenze floristiche mediterranee, soprattutto in molte zone del Sud Italia, in particolare in Basilicata, negli Alburni, nel Cilento e nella Sila.

Ha fatto parte del Consiglio Nazionale dell’Ambiente e, al tempo stesso, si è particolarmente impegnato nella Federazione nazionale Pro Natura, sino a diventarne prima il segretario e poi il presidente.

Ha fatto parte del consiglio direttivo del  Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Al suo attivo oltre 300 pubblicazioni scientifiche e numerosi saggi divulgativi.

È stato per molti anni direttore della rivista “Natura e montagna” e da ultimo presidente del comitato scientifico della  Fondazione  Villa Ghigi di Bologna, carica assunta dal 1981.

A parte le sue doti professionali, vogliamo e dobbiamo ricordarlo come uno dei padri fondatori del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Questo ruolo gli è stato riconosciuto espressamente dall’onorevole Gianluigi Ceruti, relatore della legge istitutiva dei parchi, la n. 394 del 1991 , nella prefazione al libro “itinerari turistici nel parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano”, pubblicato dall’Ente Parco nel 2005.

Scrisse così l’onorevole Ceruti :

“ …………. nell’estate del 1987, dopo la mia elezione a deputato, chiesi ad un gruppo di esperti (collaudati da esperienze di ricerca scientifica, di conoscenze sul campo e di gestione diretta in materia di conservazione della natura) di coadiuvarmi nella preparazione della proposta di legge sui parchi nazionali e le altre aree naturali protette, terrestri e marine.

Di quel gruppo faceva parte anche Francesco Corbetta che insistette, con argomentazioni persuasive, per l’inclusione del Cilento e del Vallo di Diano nell’elenco dei nuovi Parchi nazionali terrestri di futura istituzione.”

Ma il professore Corbetta non si limitò ad una segnalazione, perché dal 1965 conosceva profondamente il Cilento anche a seguito del matrimonio con la signora Emma Marchesiello, insieme alla quale ad Acciaroli, nella casa avita, ha trascorso ogni estate, fino a quest’ultima, esalando il suo ultimo respiro dopo il viaggio di ritorno a Bologna.

Il professore Corbetta, che amava il Cilento come la sua terra natia, aveva guidato l’onorevole Ceruti in lungo e in largo, nelle valli, sul Monte Gelbison e lungo la costa ingentilita dall’effimera Primula di Palinuro, tra insenature e falesie a picco sul mare azzurro – da Punta Licosa a Scario, toccando Palinuro, Marina di Camerota e la Costa degli Infreschi, così che l’onorevole si convinse della bontà della proposta ed in occasione di un incontro che si tenne a Vallo della Lucania per promuovere e sostenere l’istituzione del Parco dimostrò una conoscenza pratica e diretta del Cilento superiore a quella di molti presenti: tutto ciò era frutto del lavoro, delle conoscenze e dell’amore per il Cilento che il professore Corbetta, nato e cresciuto nella pianura padana, era riuscito a trasferirgli.

Anche il presidente del Parco prof. Giuseppe Tarallo ha ricordato, nel presentare la pubblicazione del 2005, come il professore Corbetta sapesse far innamorare inguaribilmente del Parco chi lo ascoltava.

I lettori avrebbero avuto modo di capire attraverso i suoi scritti la ragione del riconoscimento prima come area protetta e poi come sito MAB, Riserva di Biosfera e ancora come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO.

Come lo stesso professor Corbetta ricordava, fu “Gigina” la famosa aquila reale finita a Piaggine nelle tagliole per lupi, a fargli conoscere la parte interna del Cilento: “fu l’inizio di quell’autentico amore che sarebbe poi divampato tra me e il Cervati”, come lui a scritto, ” un amore tra me e il Cilento che dura tuttora e che durerà per tutto il resto della mia vita”.

Amore e disponibilità che egli stesso ha ricordato di aver ricevuto anche da cilentani trovati su ogni montagna, in ogni “marina”; in ogni paese il cui ricordo è stato , come lui ha scritto, ancora e sempre vivido nella sua mente e impresso nel suo cuore.

Alla vedova, signora Emma Marchesiello, ed alle figlie, vanno le condoglianze di questa emittente e dei cilentani tutti.

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