BELLOSGUARDO. “Introduzione al metodo di scrittura del dialetto bellosguardese e al vocabolario”, un testo di Giulio Capozzolo, il cui obiettivo è salvaguardare le peculiarità della propria “lingua Madre”, il dialetto bellosguardese.
La curiosità di conoscere o ricordare alcuni termini del proprio dialetto, i capire in cosa e come si differenzino, o cosa hanno in comune, con il dialetto del paese che dista a soli pochissimi km,le influenza napoletane, lucane, i francesismi, ma anche proporre uno strumento a chi volesse cimentarsi a scrivere testi dialettali hanno spinto l’autore a iniziare il lavoro che si è concluso con la pubblicazione del volume, contenete in sé un metodo di scrittura, una grammatica ed un vocabolario bellosguardese–italiano. 207 pagine di indagini, fonemi, vocaboli.
« Sono convinto che la conoscenza approfondita di un dialetto sia la chiave più efficace per potere entrare, scrutare, fotografare e raccontare le varie fasi culturali, economiche e sociali di una comunità- ha detto l’autore- Per questo motivo è necessario salvaguardare e trasmettere anche con documenti scritti tutte le peculiarità della nostra “lingua madre”, plasmata nei secoli dalle diverse generazioni. Con la speranza che questo lavoro possa risultare interessante e stimolare in tanti la voglia di scrivere testi in dialetto per contribuire tutti insieme a far conoscere in modo più approfondito la storia, le attività, gli usi e l’evoluzione della nostra comunità e a tramandare alle nuove generazioni, nel modo più completo possibile, il patrimonio socio-culturale che le generazioni passate ci hanno lasciato». La sola trasmissione orale di un dialetto col passare del tempo rischia inevitabilmente di far perdere per strada quei termini che per le ragioni più svariate si usano poco o non si usano quasi più. «Le nuove generazioni per motivi di lavoro, di studio e di rapporti esterni al paese sono portati a parlare sempre meno il dialetto e a volte, forse neanche senza rendersene conto, a italianizzarne i termini . Per questi motivi la catena di trasmissione orale del dialetto rischia di interrompersi e pertanto bisognerebbe trovare il modo di fissarne le peculiarità anche con documenti scritti, sia per il valore affettivo e sia perché in esso potremo continuare a riconoscere le nostre radici culturali. Questo compito dovrebbe stare a cuore un po’ a tutti i cittadini e soprattutto agli amministratori locali, per evitare che la lingua dei nostri antenati possa gradualmente scivolare nell’oblìo » continua l’autore. L’Amministrazione comunale, retta da Geppino Parente, ha concesso il patrocinio ed ha collaborato per la pubblicazione dell’opera.
Giulio Capozzolo originario di Bellosguardo vive a Venaria Reale (To). È stato Insegnante Tecnico Pratico presso diversi Istituti Tecnici di Torino. Ha lavorato anche come Aiuto Bibliotecario presso la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino e come collaudatore meccanico alla Fiat Motori Avio. È stato segretario aziendale della UIL Università di Torino. Ha ricoperto la carica di Consigliere comunale per due legislature e la carica di Assessore comunale per altre due legislature nel comune di Venaria Reale.