Quando la notizia della morte di Simon Gautier si è diffusa a Scario e a Policastro non soltanto la famiglia, che lo attendeva in un residence, è scoppiata in un pianto di dolore, ma anche tanti cittadini hanno provato una profonda tristezza nell’apprendere del ritrovamento del corpo esanime. Tutta la comunità, infatti, aveva sperato fino all’ultimo che il giovane francese fosse ritrovato in vita. In molti avevano anche partecipato alle ricerche prima che ieri, domenica 18 agosto, i professionisti si mettessero all’opera.
Il corpo dell’escursionista è stato individuato dagli uomini del soccorso alpino e speleologoco in una zona di Belvedere di Ciolandrea, nel comune di San Giovanni a Piro. In mattinata era stato trovato del sangue, poi lo zaino, infine , il cadavere di Simon Gautier. Il posto è stato raggiunto da altri soccorritori che hanno accertato il decesso del giovane francese. Per uno strano caso del destino, il ritrovamento è avvenuto nel tardo pomeriggio, proprio mentre in piazza Immacolata, a Scario, si celebrava una santa messa voluta dalla parrocchia e dalla locale Pro Loco per il 29enne francese.
In queste ore sono sono in corso le operazioni di recupero del corpo.
“Sono distrutta, abbiamo avuto fino all’ultimo la speranza che Simon fosse ancora vivo”, ha detto all’agenzia Ansa Asha, studentessa danese che condivideva a Roma l’appartamento con Simon. “Sono momenti terribili”. I genitori del giovane hanno appreso la notizia nell’albergo di Policastro in cui alloggiano. Con il padre, la madre ed il compagno di quest’ultima, c’è anche la sorella di Simon. Ad informarli sono stati gli amici francesi del ragazzo, che lo hanno saputo da un giornalista. Un equipe di psicologi francesi, messi a disposizione dall’ambasciata, hanno raggiunto l’ albergo.
Ora sarà necessario stabilire le cause del decesso. Simon è probabilmente deceduto di stenti. Caduto in un dirupo si è fratturato entrambe le gambe e i viveri a sua disposizione non sono bastati a sopravvivere 9 giorni.
Non sono mancate polemiche sui soccorsi; in particolare i media francesi hanno accusato le forze dell’ordine italiane di essere intervenute in ritardo. Un elicottero dei vigili del fuoco si è alzato in volo soltanto il giorno dopo la scomparsa. Sotto accusa i caschi rossi che però negano responsabilità e dichiarano di essere stati contattati soltanto dopo diverse ore.
Sulle tracce del giovane francese tanti volontari, i carabinieri, la finanza, la protezione civile, la croce rossa, e associazioni che si sono occupate anche delle ricerche con i droni. i
Ieri, poi, l’intervento di ulteriori squadre specializzate anche con cani molecolari provenienti. Il cadavere è stato rinvenuto in un posto in cui i pastori locali già nei giorni precedenti avevano ipotizzato che potesse essere.
Simon Gautier viveva da due anni a Roma, dov’era impegnato a scrivere una tesi sulla storia dell’arte.