Camerota, crisi politica: Vice Sindaco Calicchio risponde nuovamente a Scarpitta

Prosegue la polemica

Di Omar Domingo Manganelli

In una nota protocollata via PEC in data odierna, il Vice Sindaco di Camerota Francesco Calicchio, il delegato all’ambiente Jose’ Raphael Saturno e la delegata alle politiche sociali Sara Pellegrino, tornano a controbattere dopo la risposta abbastanza secca da parte del Sindaco Scarpitta, aprendo così di fatto una lunga fase di crisi politica che, si preannuncia incandescente nel Comune cilentano.

Di seguito la nota​
Al Sindaco

Ai Consiglieri

Alla Cittadinanza

Sono stati giorni di riflessione, dopo aver letto la nota che ci è stata notificata in data 8 agosto 2019: nota nella quale il sindaco scrive in prima persona, ma si avvale della sottoscrizione degli altri consiglieri di maggioranza. Quando si denuncia con coraggio e con forza un problema, che rende difficile, se non impossibile, la prosecuzione civile dei rapporti personali ed amministrativi, lo si fa nella speranza che il senso di responsabilità e quello di appartenenza al progetto ed alle idee, che hanno unito prima gli uomini e poi gli amministratori, prevalgano sul resto, spazzando via senza indugio gli egoismi personali che spesso annebbiano la vista e fanno perdere la saggezza.Nella nota ricevuta, invece, abbiamo dovuto constatare che si è preferito dare spazio ad una ricostruzione fantasiosa e sprezzante di quanto accaduto finora, senza preoccuparsi neppure per un secondo di denigrare chi, quantomeno prima di altri, ha creduto e reso possibile l’inizio del progetto di Terradamare con il suo incondizionato supporto.La razionalità ci induce a pensare che mai e poi mai assisteremo ad un passo indietro, perché ciò significherebbe ammettere, senza paura di essere smentiti, che si è sbagliato qualcosa. Un proverbio antico, che ognuno di noi ha sentito almeno mille volte nella propria vita, recita così: “A lavar la testa all’asino si perde acqua, tempo e sapone”, un modo per dire che difficilmente si riesce a far cambiare opinione ad un testardo. Ma tant’è, testardi anche noi, ma dalla parte della ragione, ci proveremo fino alla fine. Fatta questa doverosa premessa, entriamo quindi nel merito di quanto accaduto.In data 7.08.2019 abbiamo deciso di inviare una lettera al Presidente del Consiglio di Camerota e a tutti i Consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, affinché venisse reso formalmente noto, prima nella Sede istituzionale competente e poi alla cittadinanza, il momento politico – amministrativo che siamo obbligati a vivere, per volontà altrui. In particolare, dopo aver rivendicato con orgoglio i risultati conseguiti nelle nostre deleghe in questi primi due anni di mandato (SOLO perché altri in luoghi pubblici e privati ne sbandierano la paternità esclusiva senza il dovuto rispetto per il lavoro altrui), abbiamo posto all’attenzione di tutti una serie di problematiche serie, che con altrettanta serietà dovrebbero essere superate per poter consentire a questo Comune una gestione sana ed equilibrata. Il giorno successivo, invece, abbiamo ricevuto in risposta la citata nota, che riteniamo opportuno ripercorrere nei passi salienti, al fine di far comprendere ai sottoscrittori la gravità di quanto affermato.Scrive il sindaco: “Amministrare Camerota in questo particolare periodo storico non è da persone “normali” e non può essere occupazione di chi vuol dedicarsi a questo nei ritagli di tempo. Camerota ha bisogno di eroi …”. Ci duole ammetterlo, non siamo EROI ma persone NORMALI, siamo comuni cittadini che si sono rimboccati le maniche e messi in gioco per offrire un’alternativa politica al paese. L’abbiamo fatto con serietà ed impegno, ed i risultati nelle nostre deleghe sono sotto gli occhi di tutti, anche se oggi opportunisticamente si vorrebbe far passare un messaggio differente, alludendo ad un lavoro limitato ai “ritagli di tempo”. Il lavoro da amministratori comunali va coniugato con il lavoro privato che ognuno di noi svolge nella propria vita. È necessario per continuare a vivere onestamente e sarebbe ipocrita sostenere il contrario. D’altra parte, rifletteteci bene, chi potrebbe sostituire totalmente il proprio lavoro con l’amministrazione della cosa pubblica? Può essere un buono ed onesto amministratore chi non lavora ma “vive di politica”?Ad ogni modo, dato incontrovertibile, avevamo gli stessi impegni lavorativi anche quando c’è stata chiesta la candidatura, ma evidentemente allora non costituiva un “problema”. Abbiamo promesso poi ai cittadini di utilizzare le nostre indennità a beneficio del territorio. Come potremmo farlo senza continuare a lavorare? Crediamo non sia neppure necessario dilungarci oltre, essendo bene impresso nella mente cosa è successo a Camerota, quando si è vissuto di politica. Continua il sindaco: “Voi più di altri sapete quanto abbiamo fatto in questi primi due lunghi e faticosi anni … Sono il primo a riconoscermi in privato e nel pubblico dei difetti, ed il mio modo di essere spesso può essere malinteso. Chi mi conosce sa, però, che dietro una presa di posizione dura ed un’affermazione perentoria si nasconde sempre uno stimolo a far meglio, un’incitazione ad aumentare lo sforzo in attesa del risultato da raggiungere”. “Abbiamo fatto” sindaco, proprio così. I risultati raggiunti sono merito di tutti e ciascuno ha contribuito secondo le proprie capacità e possibilità. Per carità, ognuno di noi ha il suo carattere, con pregi e difetti, non è certamente questo il problema. Non riteniamo invece essere di persona onesta e leale nascondersi dietro i propri difetti caratteriali come esclusiva giustificazione al modo di agire, inculcando negli altri l’idea che non sia possibile condividere il percorso amministrativo diversamente. Il sindaco rappresenta l’Ente ed è il soggetto che noi stessi abbiamo sostenuto affinché ricoprisse tale prestigioso incarico. Non va dimenticata, però, la centralità degli altri Organi collegiali, fondamentali per la gestione della Cosa pubblica. Chi vuole assicurare un’amministrazione equilibrata e democratica non dovrebbe avere alcun dubbio al riguardo. Il Comune di Camerota, volendo utilizzare un linguaggio tipicamente aziendale, NON ha un amministratore UNICO. Fa specie anche vedere che una lettera in cui si parla in prima persona, sia fatta sottoscrivere passivamente agli altri consiglieri che, a turno, non hanno mai nascosto in privato ciò che noi oggi rendiamo pubblico. Per carità ne comprendiamo le difficoltà, visto il clima che si crea quando si “osa” dissentire, certi che molto presto faranno sentire la loro voce.Scrive ancora il sindaco: “Cari consiglieri, da un lato usate parole di encomio e soddisfazioni per i risultati raggiunti da questo gruppo, dall’altro lo pugnalate alla schiena, aprendo – di fatto – una crisi …”. Ebbene, crediamo fermamente alla centralità del gruppo, ci guarderemmo bene dal pugnalarlo alle spalle. Lo pugnala chi lo usa a proprio piacimento nei momenti del bisogno, dimenticando di coinvolgerlo nelle scelte importanti. Solo per fare degli esempi, nel corso dei primi due anni di mandato, è stato scelto un Responsabile dei Lavori Pubblici e del Demanio Marittimo, un Responsabile dell’Ufficio Finanziario, un Comandante dei Vigili esterno alla pianta organica e si sta procedendo alla nomina di un nuovo Responsabile dell’Ufficio Tecnico, vedremo poi con quali deleghe, senza la benché minima reale condivisione se non a scelte già effettuate e sulle quali, per alcuni di loro, abbiamo da sempre manifestato la nostra ferma contrarietà. Condividere un percorso amministrativo significa coinvolgere i componenti del gruppo nelle scelte importanti. Noi rivendichiamo un modo diverso di fare politica anche per gli altri componenti del gruppo, che siano più o meno coscienti di quanto sta accadendo. Né temiamo le “decisioni” da parte di chi si definisce “poco abituato al politichese e che ama la concretezza e le azioni rispetto ai pensieri ed alle strategie”. Concretezza ed azioni vanno calate nella realtà amministrativa che non è certamente quella di casa propria. Per amministrare la cosa pubblica bisogna rispettare tempi, procedure e leggi, alle quali tutti devono sottostare, “eroi” compresi. Né abbiamo inviato al Presidente del Consiglio ed ai Consiglieri il precedente documento per cercare alibi oppure per giustificare “due o tre settimane al mare” o un presunto “disimpegno dell’ultimo anno”. Pochezze interpretative che rinviamo al mittente. Scrive in prosieguo il sindaco: “Non si può pensare di rivestire un ruolo pubblico quale quello di consigliere, assessore e/o vicesindaco facendo prevalere in un caso l’istinto e la rabbia (arrivando anche a deprecabili reazioni all’interno della casa comunale nei confronti di funzionari e dirigenti) o, nell’altro, rimanendo assenti per circa venti riunioni di Giunta comunale”. Soffermiamoci un attimo su questo passaggio. Il sindaco si riferisce ad un fatto specifico accaduto nella Casa comunale due giorni prima del blitz dei carabinieri scattato nel mese di maggio. Si discuteva di una proposta di delibera e si facevano presenti al funzionario proponente alcuni dubbi di legittimità. Alla discussione partecipava anche il Consigliere Saturno, il quale, dopo aver detto provocatoriamente la sua opinione in merito, è stato verbalmente aggredito dal funzionario. A quella aggressione verbale, che il sindaco non intese minimamente smorzare, è seguita la cosiddetta “deprecabile reazione”, che comunque, seppur indotta, non giustifichiamo.Deprecabile poi è anche il riferimento alle assenze in Giunta, dal momento che negli ultimi due mesi i rapporti umani e amministrativi si sono completamente azzerati, certamente non per volontà di chi manifesta un dissenso e subisce un “clima ostile” creato ad arte per non facilitare la ripresa dei rapporti se non “a capo chino”. Su una cosa invece siamo perfettamente d’accordo. I cittadini di Camerota, che due anni fa ci hanno onorato di consenso e preferenze, lo hanno fatto volendo votare, insieme a noi, un progetto politico per cambiare nel nostro paese un modo dipensare, prima ancora che un modo di agire e di comportarsi. Noi siamo ancora qui a garanzia di quel progetto e del voto espresso, altro che tradire “… quello spirito di trasparenza ed onestà intellettuale che ci ha unito”. Nella nota inviataci conclude poi con stile il primo cittadino: “La trasparenza è una scelta, l’invisibilità NO! … o si è CON questo gruppo o si è CONTRO questa squadra. Decidete in fretta se ripartire di slancio dopo un pit-stop o se fermarvi ad un palo”. Sia chiaro. Abbiamo sempre fatto della TRASPARENZA il nostro modo di vivere e di comportarci, nel privato e nell’amministrazione della Cosa pubblica, l’INVISIBILITÀ tipica dell’ESSERE MEDIOCRE la lasciamo ad altri. Noi siamo PER un Comune di Camerota diverso, non CON o CONTRO qualcuno.Ci sono tante cose da fare e l’ultimo dei nostri pensieri è perderci in “inutili e sterili discussioni estive”. Per tutti questi motivi, rivolgiamo un appello pubblico chiaro al Primo cittadino. Sia coerente con quanto afferma e scrive, se ha il coraggio di negare l’evidenza dei risultati raggiunti nelle deleghe conferite ed il diritto di ogni singolo consigliere o assessore di scegliere o esprimere liberamente il proprio pensiero, proceda alla revoca degli incarichi con tutte le conseguenze del caso. Diversamente, apra ad un confronto serio su quanto da noi più volte lamentato. Resta inteso, per decisione già presa, che non tollereremo più i comportamenti diffamatori che quotidianamente vengono posti in essere nei nostri confronti per le strade del paese: la lingua è un bello strumento ma va utilizzata sempre collegandola prima al cervello.

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