Non computer, non contaminazioni, ma sano divertimento che aiutava a crescere e a confrontarsi con una realtà diversa da quella attuale.
Un semplice rametto poteva diventare una fionda con la quale lanciare palline di carta o sassolini, con un foglio si costruivano una barchette da inseguire mentre galleggiavano lungo i bordi dei marciapiedi bagnati dalla pioggia.
Un tempo, neanche tanto lontano dalla nostra era di i pad e giochi elettronici, i bambini si divertivano con poco, con quello che avevano a disposizione.
Correvano all’aria aperta, giocavano a calcio o a nascondino per strada, si arrampicavano sugli alberi e talvolta si facevano anche male.
Oggi li vedi poco attenti, imprigionati nelle ‘rete’ del virtuale, oscurati da un mondo immaginato che certamente non aiuta a crescere.
L’avvento di internet, dei suoi pericoli nascosti, l’assuefazione allo schermo, hanno cambiato radicalmente l’essere fanciullo, creando una sorta di dipendenza a qualcosa che non esiste, una in/coscienza che in molti casi può rivelarsi lesiva per le sorti di menti fragili spesso bullizzate e in serio pericolo.