La storia dell’U.S.Agropoli potrebbe fermarsi al suo 99° anno di vita. La società, infatti, rischia di dover rinunciare al campionato di Serie D, cosa che in questo momento della stagione la costringerebbe a non partecipare a nessun altro torneo (impossibile ad oggi richiedere l’iscrizione in Eccellenza e si ripartirebbe dalla Terza Categoria). Con l’addio di Walter Taccone in seguito alle contestazioni di un gruppo minoritario di tifosi, infatti, mancano alternative.
Rosario Gaglione, l’altro imprenditore interessato alla società e che ha avuto un ruolo determinante per l’iscrizione alla Serie D, sarebbe disposto ad avere un ruolo di primo piano nell’Agropoli ma senza investire l’intera cifra necessaria a sostenere il torneo. Per partire sarà necessario innanzitutto coprire la polizza fideiussoria che il presidente dimissionario, Domenico Cerruti, ha versato e che è pronto a ritirare entro fine settimana. Serviranno poi i soldi per allestire la squadra che tra due settimane disputerà la Coppa Italia. Oltre trentamila euro soltanto per questioni amministrative, senza contare gli investimenti per rosa e staff.
Oggi, inoltre, si conosceranno i gironi del campionato di Serie D e l’Agropoli, con molte probabilità, sarà nel raggruppamento I, quello siciliano-calabrese, che determinerà costi ingenti per le trasferte. Alcuni tifosi e addetti ai lavori che ieri hanno messo in atto la contestazione sono certi di poter traghettare la squadra ma molte sono le perplessità.
Intanto l’amministrazione comunale spera che Walter Taccone ci ripensi, così come il presidente Cerruti e gran parte dei tifosi che ieri hanno tentato di contattare l’ex presidente dell’Avellino per convincerlo a tornare sui suoi passi, fin ora inutilmente. Il sindaco Coppola ha chiesto che eventuali imprenditori interessati si presentino con un progetto serio entro oggi.
“Il mio desiderio era quello di lasciare la squadra in Serie D e l’ho fatto – ha detto il presidente dimissionario Domenico Cerruti – dispiace per questo epilogo, spero che Taccone ci ripensi o che qualcun altro voglia realmente l’Agropoli”.