Furti nelle gioielleria, nessuno sconto per Antonina Marotta, Silvana Marotta, Antonietta Marotta e Isabella Marotta, condannate nell’aprile del 2017 dalla Corte di Appello di Napoli per dei furti all’interno di tre gioiellerie. Il ricorso in Cassazione era stato proposto per dei presunti vizi di motivazione della condanna; discussa, inoltre, era la stessa attendibilità delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza delle attività, che hanno permesso di incastrare le donne.
Secondo i legali, invece, dai video emergeva soltanto che le quattro complici hanno toccato e non rubato i gioielli. Di qui la contestazione anche dell’aggravante della destrezza in quanto “non sarebbe emersa particolare agilità e sveltezza” nel visionare la merce esposta dai gioielleria.
La Corte di Cassazione di Roma, però, ha respinto queste tesi, dichiarando inammissibili i ricorsi: “sono ladre professioniste gravate da plurimi precedenti specifici”, hanno sentenziato i giudici, condannando ciascuna ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e della somma di 3mila euro ciascuna in favore della Cassa delle Ammende.