Il Biodistretto Cilento compie 15 anni, all’organizzazione sarebbe piaciuto festeggiare in Campania l’importante traguardo invece le celebrazioni si terranno nella prossima settimana in Portogallo. La Regione Campania a quanto pare si è dimostrata piuttosto sorda ad ogni richiesta di collaborazione. Amareggiati il segretario generale del Biodistretto Cilento, Salvatore Basile e il presidente Emilio Buonomo.
Insieme ad altre due organizzazioni AIAB Campania e Rete internazionale dei Biodistretti avrebbero voluto festeggiare l’importante traguardo dei 15 anni di applicazione del modello biodistrettuale organizzando, con la collaborazione delle Istituzioni, un Congresso internazionale nel luogo in cui era nato: la regione Campania.
“Purtroppo – ribadisce Basile – a nulla sono valsi i tanti appelli e le lettere inviate alla Regione Campania, ed al Consigliere delegato all’agricoltura in particolare Franco Alfieri, con cui si chiedeva l’istituzione di un tavolo di lavoro sul biologico ed il supporto istituzionale all’organizzazione del Congresso dei biodistretti”.
Dopo un’attesa durata oltre un anno, si è deciso allora di realizzare il primo Congresso mondiale dei biodistretti molto lontano dalla terra di origine: in Portogallo. “Qui, in pochi mesi – ricorda Buonomo – una cordata istituzionale tra governo, rete rurale e comuni, ha fortemente voluto ed è riuscita ad organizzare un grosso evento, che dal 17 al 22 luglio avrà luogo a Idanha a Nova, a 250 km da Lisbona”. Amareggiato aggiunge “Apprendiamo inoltre, che la Regione Campania starebbe iniziando proprio in questi giorni a pensare all’istituzione di un tavolo tecnico per il biologico, senza però il coinvolgimento delle associazioni del biologico? Dopo la fuga dei cervelli ci toccherà assistere anche alla fuga del biologico e dei bio-distretti dalla Campania?”.
Il Biodistretto Cilento, primo in Italia è nato nel 2004. Un’alleanza tra produttori, consumatori e amministratori pubblici che, stipulando un patto per la gestione sostenibile del territorio, si impegnano a seguire i principi dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia. Il modello biodistrettuale messo a punto e codificato in Campania è stato poi adottato in tutte le regioni italiane (attualmente se ne contano 32) e si è diffuso con successo in molti altri paesi: Francia, Austria, Spagna, Slovacchia, Tunisia, Portogallo.
I distretti biologici rappresentano un’occasione di sviluppo e un volano di crescita socio-economica locale, contribuendo alla salvaguardia ambientale, alla conservazione della biodiversità, preservando l’attività agricola e tutto ciò che essa rappresenta, valorizzandone il ruolo multifunzionale e potenziando l’integrazione con gli altri settori propri dell’economia locale. Viene riscritta, nella pratica, la dimensione territoriale delle molteplici relazioni dell’agricoltura con l’ambiente, con il sociale e con la cultura delle comunità rurali, incluso il rapporto con le aree urbane.