Un giorno di luglio, un giro sulle due arterie che dal Vallo di Diano portano rispettivamente al Golfo di Policastro e alla Costa del Cilento: parliamo della Bussentina e della Cilentana.
Due strade da tempo sul banco degli imputati, due strade che, secondo le dicerie, sarebbero considerate tra le più pericolose d’Italia.
Ma è proprio così?
Più volte abbiamo letto titoli di giornali che indicano la strada come causa o concausa del verificarsi di un incidente mortale.
Ma, una premessa va fatta.
Le componenti che interagiscono nella circolazione stradale sono tre: l’uomo, il veicolo e l’infrastruttura.
Sicuramente, il manto stradale delle due arterie non è dei migliori, ma percorrendole a una velocità indicata dalla segnaletica, i pericoli diminuiscono.
Invece, lungo il percorso, sempre più sovente abbiamo incontrato automobilisti sprezzanti del pericolo: sorpassi nelle curve, in prossimità delle uscite, e perfino in galleria, il tutto condito con velocità elevatissime.
Un comportamento che mette a rischio la propria vita ma soprattutto quella degli altri.
Detto questo, riteniamo giusto dire che non esistono “Strade killer”, per quanto sia più semplice addossare la colpa a presunte “Vie della morte”, piuttosto che a comportamenti di guida, spesso, contraddistinti da imprudenze, distrazioni, eccessi, stato psico-fisico alterato, malori, sottovalutazione del pericolo, ostacoli improvvisi.
Rispettando il Codice della Strada e adottando uno stile di guida prudente, non c’è strada che possa uccidere solo per il fatto di avere curve, cunette, dossi e rettilinei.