“Parliamone”. Questo l’invito della macchina organizzativa per la concretizzazione del Distretto turistico Golfo di Policastro. Di recente, i promotori dell’iniziativa hanno diffuso le modalità per esprimere la manifestazione di interesse alla sottoscrizione del protocollo d’intesa che sarà redatto per l’adesione al progetto interregionale. Il Distretto turistico Golfo di Policastro, istituito dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo con decreto del 17 dicembre 2013, comprende attualmente solo alcuni comuni della Campania.
Geografcamente, però, l’area di riferimento è molto più vasta e include anche altri comuni campani, della Basilicata e della Calabria. L’iniziativa in fase di sviluppo proprio in questo periodo è promossa da alcuni imprenditori dell’area geografca interessata, coordinati da Antonio Mandarano, imprenditore calabrese nel settore della carta e interessato a investire nel turismo.
È rivolta a enti comunali oltre che alle imprese turistiche del comprensorio, agli enti locali, alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali. Questi – nelle intenzioni dei promotori – gli obbiettivi da perseguire attraverso questo strumento:
• Riqualifcare e rilanciare l’offerta turistica a livello nazionale e internazionale
• Accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori del distretto
• Migliorare l’effcienza nell’organizzazione e nella produzione dei servizi
• Assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che vi operano
• Intercettare le opportunità di incentivi fnanziari agli investimenti • Maggiore accesso al credito
• Semplifcazione e celerità nei rapporti con le pubbliche amministrazioni. “Questo fantastico territorio – spiegano i promotori – ha bisogno di investimenti pubblici e privati per rinascere.
Gli enti pubblici devono creare i presupposti per attrarre investimenti da parte dei privati. Potrebbe essere l’idea vincente per l’intera area. Il riferimento concreto è il Distretto turistico interregionale Etruria Meridionale, che interessa Umbria, Toscana e Lazio. Il distretto consentirebbe di innovare il settore turistico, fermo da anni. Si opererebbe un capovolgimento nel sistema di programmazione, che non partirebbe più dalle istituzioni pubbliche ma dalle imprese associate. Queste, hanno la necessità e l’interesse ad aggregarsi, costruendo fnalmente un quadro omogeneo dell’accoglienza turistica che sappia fare massa critica nei confronti dei grandi tour operators nazionali e internazionali”. Ecco, inoltre, alcuni vantaggi che deriverebbero alle imprese coinvolte nel distretto.
Ad esse si applicherebbero le disposizioni agevolative in materia amministrativa, fnanziaria, per la ricerca e lo sviluppo. Anche se non costituite in rete, si applicherebbero comunque, su richiesta, le disposizioni agevolative in materia fscale. Inoltre, i distretti costituiscono “zone a burocrazia zero” ai sensi dell’articolo 37-bis del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modifcazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221; restano esclusi dalle misure di semplifcazione le autorizzazioni e gli altri atti di assenso comunque denominati prescritti dal codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Nei distretti sono attivati sportelli unici di coordinamento delle attività delle Agenzie fscali e dell’Inps.
Presso tali sportelli le imprese del distretto intrattengono rapporti per la risoluzione di qualunque questione di competenza propria di tali enti.