Giornata della memoria quella di oggi per la comunità Licusati, frazione collinare del comune di Camerota. Intorno alle 19.30 si terrà la cerimonia di presentazione del restauro del Monumento ai Caduti della I guerra mondiale di Luigi De Luca. Un momento reso possibile grazie al sostegno economico ma soprattutto al profondo legame della famiglia Ragucci con la propria terra di origine.
Una famiglia che secoli fa si è trasferita e vive a Napoli ma ha sempre mantenuto saldo il legame con Licusati. I cugini Gaetano e Nicola Ragucci hanno voluto realizzare il restauro del Monumento sull’esempio del nonno che prima di morire fece restaurare il campanile della Chiesa e ancor prima il bisnonno medico di professione prestava gratuitamente assistenza sanitaria alla comunità di Licusati.
“Il restauro del bronzo del De Luca – sottolinea Gaetano Ragucci professore ordinario di diritto tributario nella Università degli Studi di Milano – testimonia la fedeltà al ricordo di tanti giovani che hanno sacrificato la vita nella tragica e vittoriosa Grande Guerra. Il monumento fu inaugurato dal mio avo Nicola Ragucci, originario del luogo, che descrisse nel suo diario le sofferenze dei loro coetanei caduti nella guerra di montagna, ed è per questo che le due opere sono legate tra loro”. Di notevole spessore anche la vita artistica dell’ autore del monumento realizzato da De Luca. Allievo di Stanislao Lista all’Istituto di Belle Arti di Napoli, esordì con sculture di soggetto letterario e storico. Influenzato dalla scuola orientalista, fu autore di opere riconosciute, come la famosa “Ad murenas”, oggi nel Museo di Capodimonte.
All’inizio del ‘900 si inserì nell’alveo dell’art nouveau, a cui appartiene anche la Vittoria Alata che orna il monumento di Licusati. Realizzata in bronzo per volontà di alcuni cittadini, l’opera fu inaugurata il 4 novembre 1932 per ricordare i trenta giovani del luogo che avevano sacrificato la vita per la Patria, ed è sempre stata amata e rispettata dalla popolazione. Alla presentazione del restauro del monumento che fu sistemato a pochi passi dal centro cittadino parteciperanno autorità civili e religiose, e i promotori dell’iniziativa. Per illustrare il valore storico e civile dell’opera sarà ricordato il libro “Ospedale da campo 040”, del concittadino Nicola Ragucci, maggiore medico impegnato sul fronte dolomitico, e testimone di tanti atti di valore dei soldati italiani.
Sarà presentato il restauro affidato a Pantaleo Tarallo, scultore, da sempre dedito alla riscoperta dell’opera di Luigi De Luca. A lui andranno i ringraziamenti dei presenti e soprattutto della famiglia Ragacci.