Si chiama Domenico e ad Ascea lo conoscono un po’ tutti. Una persona normale fino a qualche anno fa, poi i dolori e le preoccupazioni della vita gli hanno causato dei problemi psichici. Oggi la sua famiglia chiede aiuto. Le prime difficoltà sono iniziate con la morte della mamma con la quale viveva. Nonostante l’affetto degli altri familiari, dopo alcuni mesi, Domenico ha iniziato a manifestare i primi sintomi che qualcosa non andasse.
Proprio l’aiuto dei parenti ha permesso di farlo uscire da quella crisi in cui era sprofondato. Ha cominciato a lavorare come autotrasportatore e fino ad un paio di anni fa sembrava che la situazione fosse tornata alla normalità. Poi le cose sono cambiate di nuovo. Alcuni problemi con la giustizia, il fermo da parte dei carabinieri e la misura cautelare dell’obbligo di firma, lo hanno messo nuovamente a dura prova.
Questa volta dal suo disagio psichico non è più riuscito ad uscire. Domenico passa molto tempo delle sue giornate con lo sguardo fisso nel vuoto, nel centro di Ascea o alla stazione. I familiari temono anche che possa compiere un gesto estremo ma non hanno le competenze per aiutarlo.
“In passato l’ho portato in ospedale ma non è voluto restare e quindi non è stato possibile fare il ricovero, né può essere sottoposto a tso perché non è una persona violenta”, dice un fratello.
Le istituzioni non sembrano riuscire ad intervenire come si dovrebbe: “Ho chiesto aiuto a tutti, anche al sindaco, ai servizi sociali, ma non c’è stato nulla da fare, non si è trovata una soluzione”. Di qui l’appello affinché qualcuno prenda a cuore le sorti di Domenico, lo indirizzi ad uno specialista o un istituto che possano curarlo ed evitare che possa compiere qualche gesto che metta a rischio la sua vita o quella degli altri.