Revocato sia il divieto di dimora sia l’interdizione dai pubblici uffici. Può tornare a fare il responsabile dell’ufficio tecnico di Camerota e il vice sindaco p di Vallo, Antonietta Coraggio. Nell’inchiesta Kamaraton su corruzione e appalti truccati nel comune di Camerota la Coraggio è finita quale presidente della società partecipata il Leon di Caprera da cui secondo gli inquirenti sarebbe stati distratti fondi a favore di ex amministratori. Durante l’interrogatorio di garanzia la Coraggio assistita dagli avvocati Franco Maldonato e Celestino Sansone ha spiegato la sua estraneità ai fatti contestati, la maggior parte delle condotte contestate sono riferite a momenti in cui non occupava l’incarico di presidente della partecipata.
Le dichiarazioni della Coraggio sono state supportate da opportuna documentazione ed investigazioni prodotte dagli avvocati. Revocate le misure cautelari del divieto di dimora e della sospensione da uffici e servizi pubblici anche per Mauro Esposito, al tempo, responsabile finanziario del Comune di Camerota. Per il gip Marotta sono venute meno le esigenze cautelari a carico del commercialista di Palinuro, difeso dall’avvocato Vincenzo Speranza, da un anno incaricato presso altro Comune e quindi nella impossibilità di mantenere un contatto con il contesto investigativo in cui sarebbero maturate le condotte oggetto di contestazione. Revocata la misura cautelare anche per Vincenzo Bovi, Giancarlo Saggiomo e Vincenzo De Luca.
Intanto proseguono gli interrogatori. Lunedì pomeriggio il gip, ha ascoltato altri indagati. Si tratta di funzionari, dipendenti e professionisti che, all’epoca dei fatti ruotavano attorno all’amministrazione Romano-Troccoli. Qualcuno è rimasto alla scrivania del giudice e del pm per meno di un’ora, altri, invece, hanno raccontato dinamiche e dettagli. Tra le persone ascoltate c’è anche Giuseppe Occhiati finiti ai domiciliari per aver intascato una mazzetta di mille euro per il rilascio di una carta d’identità. All’epoca dei fatti, ha avuto a che fare con Antonio Romano, l’ex sindaco di Camerota. Per questo i giudici lo hanno voluto ascoltare.
Meno di due settimane fa i carabinieri hanno notificato 12 misure cautelari, tra le quali tre in carcere e tre agli arresti domiciliari. Rosario Abbate, ex assessore, resta in cella insieme a Fernando Cammarano. Il commercialista è l’unico che non è stato ancora ascoltato. Fuori dal carcere Romano che difeso dall’avvocato Marco Fimiani, è ai domiciliari. Ciro Troccoli e suo padre, Antonio, restano ai domiciliari. L’ex assessore e l’ex sindaco, capo di gabinetto all’epoca dei fatti, sono difesi dall’avvocato Giuliano Scalzo. Ai domiciliari anche Michele Del Duca, l’ex vicesindaco.