“Paestum nelle arti del XX secolo” è il titolo del convegno che si svolgerà al Museo di Paestum, giovedì 30 maggio, per celebrare la città magnogreca quale fonte di ispirazione nelle arti del secolo scorso. L’iniziativa vede coinvolti più attori, accanto al Parco Archeologico di Paestum, la presenza del Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena e il Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Ateneo salernitano.
Il fascino del ‘dorico’ di Paestum ha acceso l’interesse di artisti, di scrittori e di architetti fin dal Settecento, quando la città divenne meta dei viaggiatori del Grand Tour; dal Piranesi, le testimonianze del mondo classico hanno stimolato la creatività degli artisti fino ai primi del Novecento. La straordinaria struttura urbana riportata alla luce in oltre cento anni di ricerche e segnata dai resti di tre imponenti templi dorici, è diventata la fonte di un immaginario che non si è esaurito nel tempo, ma che, ancora oggi, si propone come uno spazio scientifico e insieme fantastico.
“Paestum letta attraverso i linguaggi creativi che hanno caratterizzato il Novecento e, in parte, caratterizzano oggi il mondo dell’arte, è il file rouge che fa da traccia al progetto di questo convegno – dichiara Massimo Bignardi, docente del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena – Nell’intento c’è l’interesse di aprire nuovi percorsi di ricerca, misurando, decenni dopo decenni, l’attualità dell’immagine di Paestum, dei templi, della città, della grande pianura che l’accoglie e del suo mito. Una visione moderna di luoghi rimasti per secoli nell’oscurità della palude, dalla quale svettavano i templi. È il persistere di una visione che André Gide, nei primissimi anni del XX secolo, fece sua ‘Paestum, là dove la Grecia respira ancora, e dove andai, due anni dopo, a pregare non so più quale dio’. È lo stesso respiro che oggi trattiene il nostro sguardo sul suo mistero”.
Il ricco programma della giornata vedrà impegnati studiosi da tutto il mondo, il dibattito intreccerà linguaggi diversi, dalle arti visive all’architettura, alla letteratura, al cinema, al teatro, ai nuovi linguaggi mediatici, ponendo al centro dell’analisi l’“attualità” di Paestum nella contemporaneità.