Cadde nel vuoto mentre si trovava a scuola, il liceo Pisacane di Sapri, per assistere agli esami dei suoi compagni. Protagonista un maturando di Torre Orsaia. Per quanto accaduto la Cassazione ha confermato la condanna della dirigente scolastica Franca Principe. Quest’ultima nei giorni scorsi, con un video, aveva manifestato il suo disappunto per la decisione dei giudici, dicendosi convinta di poter prima o poi dimostrare la sua innocenza. Tanti anche i messaggi di solidarietà per la preside (leggi qui) .
Ora, però, anche Niccolò De Luca, lo studente rimasto ferito, che per settimane ha combattuto tra la vita e la morte, ha voluto dare la sua versione dei fatti.
Questo il suo messaggio:
Scrivo questo post perché sono rimasto allibito e sbigottito dalle parole della Dirigente Scolastica dell’Istituto Carlo Pisancane, rilasciate nel video di cui sotto e di cui riporto testualmente le parole: “Francamente sono molto rammaricata […] Io ho cercato anche di far visita a questo studente ma, diciamo, mi è stato chiesto di posticipare questa visita, non ho poi più incontrato questo allievo.” Ciò che si legge o si può ascoltare nelle parole riportate E’ FALSO. COSTITUISCE UNA BUGIA DA SMENTIRE CATEGORICAMENTE. Io non ho mai ricevuto alcuna richiesta di visita, MAI. Oltre che allibito e sbigottito, sono impaurito: qual è il perché di tutto questo? Perchè dire una falsità? Perché dichiarare una bugia ai mezzi di stampa in merito a una tragedia umana e fisica di dimensioni catastrofiche? Perché non rispettare il dolore mio e della mia Famiglia? Perché distorcere la Verità?
Quando sono caduto avevo 18 anni. Avevo appena fatto la maturità ed era quasi estate. Mi disse un carissimo medico alcuni giorni dopo l’operazione: ”Tu non hai rischiato la vita. Non si capisce “il perché” sei in vita”.
Sono caduto per un inciampo sul battente di un infisso di una porta-finestra in un corridoio che costituiva parte agibile, finendo su un cupolino di plexiglass, posto, non a distanza di sicurezza dal calpestio del corridoio, ma immediatamente dopo la porta-finestra collegante il corridoio al lastrico solare. Inciampando nel corridoio sono caduto attraverso la porta finestra, finendo su uno dei cupolini posti nel lastrico solare, volando per otto metri nel vuoto a testa in giù. La porta-finestra doveva essere chiusa. Non sono andato a fumare. Non ho avuto IN ALCUN MODO accesso al lastrico solare. Non ho avuto nessun comportamento anomalo o che possa aver in qualche modo causato o contribuito all’incidente.
Quanto esposto è comprovato ed avvalorato da testimonianze oculari e consulenze tecniche oltre ad essere acquisito agli atti di cui ognuno può prendere visione.
Questo processo sarebbe andato avanti anche senza la mia querela. L’ articolo 590 terzo e quinto comma c.p. , sancisce la procedibilità d’ufficio per i reati di lesioni colpose gravi e gravissime in casi determinati. Io non sono l’accusante. L’accusante è lo Stato (attraverso l’attività del Pubblico Ministero), io sono solo parte civile, parte offesa.
Questo post, beninteso, ha finalità chiarificatrice e non accusatoria. L’avere giustizia, non significa vendetta e, dunque, subire una sentenza di condanna dopo tre lunghi e scrupolosi e attentissimi gradi di giudizio, dove ognuno ha potuto mostrare le proprie ragioni in maniera uguale, capisco che è sempre spiacevole, ma non irragionevole. Le sentenze si rispettano.
Tengo a concludere che il mio difficilissimo percorso di recupero e di ritorno alla normalità è stato confortato dal solo affetto della mia Famiglia, dei miei Carissimi Amici e, perché no, anche da personalità legate al mondo scolastico come molti professori che hanno contribuito a formarmi e a cui devo senz’altro una parte dei miei successi. OLTRE ALLE PERSONE CITATE, NON C’E’ STATO PIU NESSUNO.
Io non giudico nessuno e non ho ho la presunzione o l’arroganza di dire o pretendere da nessuno come ci si debba comportare. La Libertà è un bene prezioso, a cui si contrappone però la Morale. Diceva Immanuel Kant: “Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me”.
P.S. Non sento alcun dovere morale di notiziare qualcuno in merito al conseguimento della mia laurea, se non me stesso o tutt’al più le persone di cui sopra.
Niccoló De Luca