Blitz a Camerota: ecco tutti gli indagati

Le casse del comune gestite come un Bancomat

Di Carmela Santi

Le casse dell’amministrazione comunale gestite come un bancomat. Spese pazze tra viaggi e non solo addebitate al comune con fatture false. Gare di  appalto vinte da imprenditori compiacenti in cambio di tangenti dopo le assunzioni di parenti dei politici. L’amministrazione comunale era diventata un affare per pochi amici. Bufera giudiziaria sul comune di Camerota. Ieri mattina per l’ex sindaco Antonio Romano ed altre undici persone tra ex assessori, ex consiglieri e funzionari comunali sono scattate le misure cautelari.

In una intercettazione l’ex consigliere comunale Ciro Troccoli dopo aver indicato su un foglio tre amici da far assumere “Nun sia mai va in mano.. se va in mano alla Procura sto foglio dico  “guarda, non so niente”se no Pierpaolo …” A tremare oltre ad ex amministratori anche noti professioni tra medici ed avvocati. Tutti nomi illustri coinvolti nell’inchiesta Kamaraton condotta dalla Procura di Vallo che ha portato alla luce un vasto giro di corruzione, appalti truccati, assunzioni sospette e favori.

I carabinieri della compagnia di Sapri agli ordini del capitano Calcagnile e i militari di Camerota, con il maresciallo Carelli, hanno dato esecuzione alle misure cautelari ed eseguito 19 perquisizioni domiciliari. In carcere sono finiti oltre all’ex sindaco Romano, l’ex vicesindaco Fernando Cammarano e l’ex amministratore Rosario Abbate. Ai domiciliari un altro ex sindaco Antonio Troccoli, poi capostaff al Comune, suo figlio Ciro e Michele Del Duca, ex vicesindaco e ginecologo dell’ospedale San Luca. Divieto di dimora  per Giancarlo Saggiomo, Vincenzo Bovi e Vincenzo Del Duca. Nella bufera giudiziaria anche la città di Vallo con il vice sindaco Antonietta Coraggio responsabile dell’ufficio tecnico di Camerota. Per lei è scattato il divieto di dimora e l’interdizione di un anno dai pubblici uffici. Stessa misura per Lorenzo Calicchio , Mauro Esposito.

Un lungo elenco di indagati e perquisizioni.

Svelati, dagli inquirenti, nell’ordinanza di oltre 300 pagine, anni di malaffare dal 2012 al 2017.  L’indagine, è partita da un accertamento dei proventi della Tosap e si è conclusa con 38 capi di imputazione dalla corruzione all’abuso d’ufficio. “Dalle intercettazioni  – ha spiegato il Procuratore Capo Ricci – sarebbe emerso un “collaudato sistema comunale” di logiche affaristiche e clientelari, per la spartizione illecita degli appalti a favore di imprenditori amici”. Tra le contestazioni l’illegittima concessione dell’appalto per la riscossione dei tributi alla Soget, l’ammissione di ditte locali prive dei requisiti per la realizzazione di strade, rete fognarie,  refezione scolastica, gestione dell’area portuale, allestimento dei seggi elettorali, incarichi legali, concessioni demaniali.

In cambio delle gare pilotate,  gli imprenditori fornivano la classica mazzetta, assunzioni o lavori edili privati in maniera gratuita, pass per parcheggi e ormeggi gratuiti. Nell’indagine anche la distrazione di fondi delle società partecipate Il Leon di Caprera e La Calanca girati ad ex amministratori e funzionari  senza motivazione.

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