È un vero e proprio terremoto quello che ha coinvolto questa mattina Agropoli (leggi qui) . La presenza della Dia non è passata inosservata in città. Le reazioni sono state diverse ed opposte. Sui social c’è chi ha esultato; nelle piazze reali, invece, c’è sconcerto e si discute su quanto accaduto.
Le accuse sono gravi: voto di scambio politico – mafioso. Indagati Franco Alfieri e Adamo Coppola. Dei due sono state perquisite abitazioni e uffici. L’attività di indagine sarebbe legata in particolare ai rapporti con il cosiddetto “clan Marotta”. Agli “zingari” sono stati affidati posti di lavoro e non solo.
I rapporti tra loro e il Comune erano già finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura di Vallo della Lucania. Alfieri, stando alle accuse, avrebbe evitato di acquisire al comune di Agropoli appartamenti confiscati in cambio del sostegno elettorale dei proprietari di quei beni, un clan criminale a conduzione familiare. Al centro dell’inchiesta fu la mancata esecuzione della confisca di tre appartamenti alla famiglia Marotta, che avrebbe continuato a fruire di quelle case nonostante l’assegnazione dell’Agenzia dei beni confiscati al comune del Cilento. Secondo gli inquirenti, Alfieri avrebbe lasciato gli appartamenti nella disponibilità dei Marotta in cambio del sostegno elettorale della folta e variegata comunità rom di Agropoli.
Oggi l’inchiesta si allarga e si ricollega all’attività eseguita la scorsa settimana dalla Questura quando furono sequestrati documenti dell’Agropoli Cilento Servizi.
Alfieri e Coppola, stando alle accuse dell’inchiesta seguita dal Pm Vincenzo Montemurro, potrebbero aver ottenuto vantaggi elettorali “mediante l’avvicinamento di cittadini e imprenditori di taluni soggetti legati al malaffare”, nonché “nella regolare aggiudicazione di appalti e servizi pubblici”.