Nel Cilento tornano le telecamere della Rai. Domani, 26 aprile, alle ore 7.30 la “Città del Carciofo bianco del Tanagro”, Auletta, sarà protagonista al programma della terza rete Buongiorno Regione. Il giornalista Rino Genovese racconterà storia, tradizioni e varie notizie dei centro cilentano.
L’abitato di Auletta è fiancheggiato a valle dal fiume Tanagro che attraversa tutto il territorio fino ad incrociarsi con l’affluente fiume Bianco nei pressi dell’area industriale di Buccino. Vicino al suo territorio ricadono le Grotte di Pertosa-Auletta (Grotte dell’Angelo).
Secondo una leggenda citata dall’abate Giovan Battista Pacichelli, Auletta sarebbe stata fondata da Auleto, compagno di Enea. Alcuni storici, invece, affermano che il termine Auletta sia un fitonimo: dal momento che la zona è piena di ulivi (Olea europaea), si fa derivare il nome proprio da “olea”. Ad avvalorare tale tesi sono stati trovati documenti notarili nei quali la città è nominata come “olibola” nel 1095 e come “olivola” nel 1131. Intorno all’anno Mille, poi, Auletta era già stata fortificata e aveva tre vie di accesso, che confluivano verso le tre porte delle mura di cinta denominate: Porta del Castello, Porta del Fiume e Porta Rivelino o Piano.
Tra le attrazioni turistiche del paese va ricordato il Castello Marchesale, un imponente complesso architettonico situato nella parte alta del centro storico, risalente al XII secolo, periodo in cui tutto il borgo entrò a far parte del sistema difensivo del Ducato di Salerno; la Chiesa di San Nicola di Mira, dopo il terremoto del 1857, il Convento dell’Ordine di San Francesco della Scarpa, opportunamente ristrutturato, sostituì e prese il nome dell’antica Chiesa di San Nicola di Mira. In origine, il Convento, risalente al XII secolo, conservava numerose sacre reliquie, ospitando tra l’altro vari locali destinati alla macina delle olive o al deposito del grano; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, situata nel centro storico. L’interno si sviluppa in un unico ambiente con un solo altare policromo in legno a cui, nel 1888, venne concesso, dal Papa Leone XIII, il titolo di “Altare privilegiato”. Da visitare inoltre la torre campanaria, la cappella di San Donato, i Palazzi Gentilizi e il Casino dei Monaci.