VALLO DELLA LUCANIA. Continuano le denunce, le interviste e le dichiarazioni sui social media dei due capogruppo di minoranza del Comune di Vallo della Lucania, Pietro Miraldi e Nicola Botti, in merito alla gestione disfunzionale e al default del Piano di Zona S /8, una rete associativa di 37 Comuni, nata per gestire, programmare ed erogare in modo integrato e sistemico interventi di assistenza, tutela e sostegno per disabili,anziani, detenuti, famiglie in stato di bisogno, immigrati e in generale fasce deboli, tra le quali anche donne vittime di violenza domestica (Convenzione ex art. 30 – D. LGS. 267/00).
“Sull’incapacità tecnica, l’insolvenza e il fallimento del Piano di Zona S/ 8” (con Comune capofila Vallo della Lucania) è intervenuto oggi Pietro Miraldi, portavoce del Movimento Cinquestelle che – dopo aver denunciato anche la presenza di una vettura per il trasporto dei disabili acquistata con i fondi del Piano di Zona e poi abbandonata in vari parcheggi di Vallo (come risulta da un monitoraggio documentato da circa tre mesi) – chiede le dimissioni del responsabile del Settore Affari generali del Piano di Zona S/ 8 :
«Era il 25 gennaio 2017, e denunciavamo le nomine dei coordinatori del Piano di Zona S/8.
Da allora, dalla mia prima denuncia, testimoniata anche da una Pec ufficiale ai Sindaci, la situazione non è cambiata.
Ricordiamo i fastosi arredi, con il famoso lampadario, acquistati con i fondi destinati alle famiglie bisognose;le polemiche sul responsabile da parte dei Sindaci, oggi stranamente latitanti;il concorso “farsa”; la vettura vagante contenente pacchi di omogeneizzati lasciati al sole e, infine, il diritto che dovrebbe essere garantito a ogni lavoratore, il diritto alla retribuzione entro i termini previsti dal Contratto nazionale e, laddove manchi, dagli accordi aziendali, a fine mese, e non in occasione delle festività di Natale e poi Pasqua. Tale condotta è inaccettabile perché lede i diritti fondamentali degli operatori, delle operatrici e delle assistenti sociali che vedono negato un diritto e un principio fondamentale, sancito dalla Costituzione”. Così Nicola Botti, capogruppo del Pd: “La gestione fallimentare è sotto gli occhi di tutti, fatta eccezione per gli amministratori dei 37 comuni che fanno parte del piano, che la continuano ad avallare! Saremo chiamati ad approvare, nelle prossime settimane, il bilancio di previsione ed il consuntivo, così che avremo
modo di evidenziare ulteriormente anche la grave gestione del piano di Zona”.
Intanto le proteste dei lavoratori aumentano: stupisce la latitanza degli organi Sindacali e il silenzio di molti sindaci. Riportiamo, qui di seguito, due testimonianze estratte da una intervista fatta a dieci dipendenti del Piano di Zona che, pur spiegando i particolari di una vicenda paradossale, chiedono tuttavia di restare anonimi, temendo azioni ritorsive: “C’è chi ha la responsabilità di una gestione disfunzionale del Piano di Zona. La dignità professionale e personale che, a volte, per necessità cerchi di mettere da parte, riemerge quando vedi calpestatati i tuoi diritti. Mi chiedo spesso chi andrebbe a lavorare sapendo che se sei fortunato ricevi il tuo stipendio dopo 4/5 mesi nella peggiore delle ipotesi anche dopo 4 anni e aspetti e aspetti consapevole che ne potrebbero passare altri 4. Ci sono tante, troppe connivenze, che non aiutano il percorso al cambiamento”. E ancora, un dipendente:“Sono mortificato. Lavorare e non ricevere lo stipendio a fine mese comporta gravi conseguenze nella mia vita. Sono padre e devo garantire ai miei figli una sussistenza, una vita dignitosa. Continuo a non capire come si possa gestire tutto questo senza avere una minima responsabilità su questa gestione fallimentare”.
Di qui la richiesta di dimissioni del responsabile del Piano di Zona S8, Mario Ogliaruso.