Ostetriche all’ospedale di Sapri, bufera sul direttore sanitario

Ostetriche in servizio oltre i sei mesi? Tomasco: affermazione grave

Di Redazione Infocilento

SAPRI. Nuovo personale per l’ospedale e nuove polemiche. In settimana tre ostetriche sono andate ad ampliare l’organico del presidio dell’Immacolata (leggi qui). L’Asl Salerno non ha fatto ricorso alle assunzioni, bensì al reclutamento delle ostetriche tramite agenzie interinali. Queste resteranno in servizio per sei mesi.

Il direttore sanitario del presidio, Rocco Calabrese, ha però precisato: “non è escluso che per le ostetriche appena entrate questo sia solo l’inizio, soprattutto se lavoreranno bene e si integreranno nel reparto”. Un’affermazione che ha determinato l’ira dei sindacati. “Come mai il direttore sanitario di Sapri dichiara che dette ostetriche possano ambire a rimanere presso l’ospedale saprese, se sa bene che detto incarico sia a termine e per sei mesi e non presenti alcuna possibilità di rinnovo? Per aver fatto una simile affermazione, che tra l’altro travalica dalle sue competenze e disponibilità, è forse a conoscenza di accordi che travalicano quanto espresso nella deliberazione 301 del 08/04/2019, cosa che sarebbe altamente pregiudizievole e valevole d’attenzione da parte degli organi inquirenti?”. A farsi gli interrogativi è Biagio Tomasco, segretario territoriale di NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche.

“Delle due l’una, o il direttore del PO di Sapri ha fatto una boutade senza calcolare la dirompenza e la portata di detta affermazione, cosa grave per un dirigente di alto livello, oppure è a conoscenza di fatti e situazioni che dovrebbero essere fatte oggetto delle indagini degli organi inquirenti ma anche e soprattutto del servizio ispettivo aziendale, atteso che tra i doveri di ogni dipendente, di ogni ordine e ruolo, vi sia il dovere di mantenere inalterato il buon nome del datore di lavoro”, spiega Tomasco. Il sindacalista poi conclude con un’altra accusa: “Chiediamo come mai i dirigenti aziendali possano rilasciare dichiarazioni in libertà, senza che il servizio stampa aziendale venga benché minimamente interpellato, atteso che ogni dichiarazioni di dipendenti verso l’esterno debba necessariamente rispecchiare quello che è il pensiero del management”.

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