E’ stato pubblicato il report “Amministratori sotto tiro”, stilato da Avviso Pubblico, l’associazione degli enti locali contro le mafie e per la cultura della legalità. La ricerca è stata presentata ieri mattina a Roma. Triste primato per la Campania: la Regione si conferma quella con più intimidazioni agli amministratori locali. Registrato anche un aumento dell’8% rispetto al 2017 e addirittura del 45% rispetto al 2016. Nella mappa italiana sono le regioni del sud e delle isole quelle con maggiori intimidazioni, mentre è esente la Valle d’Aosta.
Intimidazioni, il dato del salernitano
La provincia di Salerno conferma il trend dell’anno precedente, con un solo episodio in meno: 14 in tutto le intimidazioni.
Tra queste quelle subite dal sindaco di Agropoli, Adamo Coppola e “perpetrate da membri del clan Marotta per evitare le confische”, si legge nel report. Segnalati anche altri casi nel Cilento, Vallo di Diano e Alburni: a Polla e Sanza. Vi è poi l’attentato contro Giampiero Delli Bovi, avvocato civilista e collaboratore del sindaco di Montecorvino Rovella, Martino d’Onofrio ed altri casi ad Angri, Baronissi, Castel San Giorgio, Eboli, Montecorvino Rovella, Pontecagnano Faiano, Pagani.
Intimidazioni in Campania
Nel complesso la Provincia di Salerno è terza in Campania per intimidazioni. Prima c’è quella di Napoli con i suoi 47 casi censiti, la metà dell’intera regione, oltre l’8% del totale nazionale. Dopo Napoli c’è Caserta, dove assistiamo ad «una evidente recrudescenza del fenomeno negli ultimi due anni: si è passati dalle sole 3 intimidazioni registrate nel 2016, alle 12 del 2017, fino alle 15 del 2018». In calo le intimidazioni in provincia di Avellino (11 casi), dimezzate rispetto al 2017 (22). Sono 6, infine, gli episodi nella provincia di Benevento.
Le minacce in Italia
In tutto il territorio nazionale in aumento le minacce social. L’incendio è sempre la tipologia di minaccia più utilizzata in Italia. Tuttavia, è in netto calo l’incidenza rispetto al 2017 (dal 28% al 19%). Aumentano le aggressioni (dal 10 al 15%), le minacce verbali (dal 9 al 12,5%), quelle veicolate sui social network (dal 9 al 12%) e le scritte offensive/minacciose (dal 5 all’8 %). Diminuiscono le lettere e i messaggi intimidatori (dal 14 al 11,5%).